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domenica 7 luglio 2019

#SENZA_TAGLI / Giochi per le clienti (Andrea Sales)

Ieri ho fatto #formazione a #Treviso, in centro.
Finita la prima tranche di lavoro verso le 12e50, ci accordiamo con i titolari di riprendere dopo un’oretta.
Così decido di godermi la mia brevissima pausa pranzo, restando in centro.
Opto per due tramezzini e uno spritz.
Giusto per non perdere le buone abitudini dietetiche...
Avendo poco tempo, girovago a caso per la città, fino a quando trovò un barettino...
Anonimo, abbastanza pulito e decisamente vuoto.
Guardo la vetrinetta dei tramezzini, scelgo i miei, ordino lo #spritz e vado in bagno a fare pipì e a lavarmi le mani.
All’uscita, trovo tramezzini e spritz al banco.
Comincio a sorseggiare, guardandomi attorno.
Prendo piatto e bicchiere per portarli al tavolo, quando mi imbatto in questo “cartello”.

Resto in silenzio, attonito.
Basito.
Guardo in faccia il titolare.
Giovane. Atletico. Cupo.
Penso a #Lombroso, penso a quanto stiamo cadendo in basso.
Penso a che degrado generiamo ogni giorno.
Rileggo le parole. 
Le fotografo, senza che lui possa notare nulla.
Rileggo, ancora.
La squalifica per la donna è disarmante, nelle parole di questo deficiente.
La squalifica misurata addirittura per taglia di reggiseno o per #disponibilità #sessuale.
E questo deficiente pensa pure di essere simpatico.
La chiusura è disarmante.
Poso il bicchiere, i tramezzini sono ancora lì. 
Intonsi. 
Come intonse sono le funzioni cerebrali superiori di questo deficiente.
Dal latino.
Ma lui non saprà nemmeno l’italiano.
E si lamenterà di sicuro degli stranieri che ci rubano il lavoro o che stuprano le nostre donne...
Non si accorge minimamente che in queste sue parole c’è una forma di violenza così sottile da diventare uno stupro lento e continuato.
A chi ci si abitua. Silenziosamente.
I tramezzini sono rimasti lì.
Lo spritz, pure.
Ho pagato, l’ho guardato negli occhi.
L’ho salutato, augurandogli di non riuscire a diventare padre.
Naturalmente non ha capito.
Capisce solo cose grevi.
Ma noi dobbiamo ribellarci.
Basta.
Basta con questo vuoto di valori.

La domanda con cui esco dal locale è potente: “Perché nessuno degli avventori di questo locale ha mai detto nulla? Perché devo essere io il primo a denunciare questo degrado intellettuale? Il “cartello” è evidentemente appeso da tempo, perché nessuno ha mai sollevato la questione? La dignità della donna non vale più nulla?”

*** Andrea SALES, facebook, 5 luglio 2019, qui


In Mixtura ark #SenzaTagli qui

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