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venerdì 5 luglio 2019

#EX_LIBRIS / Al tempo della disoccupazione (Petros Markaris)

“Ha lavorato negli alberghi di Fokidis?” 
“Sì, a Xilòkastro.” 
“Ed è stato licenziato nel 2016?” 
“Dipende che cosa intende per licenziamento,” mi risponde, con un sorriso amaro. “Io dico che sono stato licenziato, Ma l’azienda mi ha proposto una risoluzione del contratto di comune accordo.” 
“Ossia?” gli chiede Dermitzakis. 
“Mi hanno offerto un risarcimento pari a una mensilità, spiegandomi che, se avessi rifiutato, potevo procedere per vie legali. La loro giustificazione è stata che l’albergo avrebbe chiuso: certo, ha chiuso alla fine della stagione, ma ha riaperto la stagione successiva. Ho pensato di citarli in giudizio, ma poi ho deciso di lasciar perdere: non sono pazzo.” 
“Perché?” chiede Dervìsoglou. 
Koulìs risponde alla domanda con un’altra domanda. “Conoscete qualche disoccupato che abbia i soldi per pagare un avvocato? Chi lo fa ha altre entrate: io avevo solo il mio lavoro.” 
“E da quanto è disoccupato?” gli chiede Dermitzakis. 
Koulìs torna a sorridere. “Voglio convincermi di non esserlo. Faccio qualsiasi lavoro che mi propongono – dal cameriere alle pulizie nei condomini. Ma, quando finisce la giornata, finiscono anche le illusioni, e ogni sera mi rendo conto di essere disoccupato.” 
“Perché proprio la sera?” gli chiedo. 
“Perché torno a casa dai miei suoceri. Sono loro che ci offrono un tetto e un piatto di minestra. Sono loro che aiutano anche i nostri due ragazzi che ancora studiano. Mia moglie fa la commessa in un negozio: il suo principale la paga a percentuale, quando se ne ricorda.”

*** Petros MARKARIS, 1937, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore e traduttore greco, Il tempo dell'ipocrisia, La Nave di Teseo, 2019


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