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martedì 28 maggio 2019

#SPILLI / Elezioni 2019, un confronto storico che integra gli astenuti (Massimo Ferrario)

Sarà una mia fissazione, ma credo che l'unico modo per evidenziare le reali dinamiche dei voti elettorali sia quello di fare confronti, negli anni, tra le scelte degli 'aventi diritto' più ancora che dei 'votanti'
I voti espressi, infatti, rappresentati dai votanti, sono importanti, ma hanno il difetto di non tenere conto degli astenuti: che, come tutti sappiamo ma ogni volta dimentichiamo, anche in Italia come altrove, specie in alcune elezioni, stanno dimezzando il corpo elettorale.

Come già mi è capitato di fare negli anni scorsi, metto quindi in fila, per le elezioni Europee 2014, Politiche (Camera) 2018 e Europee 2019, le scelte, per i singoli partiti principali, espresse in percentuale degli aventi diritto, ricordando le percentuali di astenuti per ogni diversa elezione.

* Astenuti
41,3 (2014); 27,1 (2018); 45,5 (2019)
* Lega
3,6 (2014); 12,7 (2018); 18,7 (2019)
* PD 
23,9 (2014); 13,6 (2018); 12,4 (2019)
* M5S
12,4 (2014); 23,8 (2018); 9,3 (2019)
* FI
9,9 (2014); 10,2 (2018) 4,8 (2019)
* FdI
2,2 (2014); 3,1 (2018); 3,3 (2019)
* Sinistra
Tsipras: 2,3 (2014); LeU+PaP: 3,3 (2018); LaSinistra: 1,0 (2019)
+Europa
1,8 (2018); 1,7 (2019)

Da questo confronto basato sui voti degli aventi diritto possiamo notare che:

(1) Il successo della Lega, certamente netto e innegabile e di impatto determinante sull'intero sistema politico (oltre 9 milioni di voti, di cui oltre 3 milioni conquistati in 1 anno), si ridimensiona: il 34,3% dei voti espressi (oltre 1 voto su 3) rimpiccolisce al 18,7% degli aventi diritto al voto: meno di 1 avente diritto su 5. Il che significa che 4 aventi diritto su 5 non l'hanno votata.

(2) Il Pd perde oltre 1 punto percentuale rispetto a un anno fa, quando fu segnata la disfatta storica del partito: forse un risultato che non dovrebbe far gridare a quella vittoria cui invece pare che alcuni stiano gridando.

(3) In un anno il M5S perde oltre 14 punti (circa 6 milioni di voti) e FI perde oltre 5 punti (circa 2 milioni di voti): un tracollo (tragico soprattutto per il M5S) ancor più evidente di quanto non appaia dal confronto tra i voti espressi.

(4) FdI, se pure conquista l'ingresso al parlamento europeo, comunque cresce di appena due decimali: un po' poco per parlare di un miracolo.

(4) La sinistra, in qualunque modo autodenominata, resta più inconsistente e inutile che mai

(5) +Europa, in un anno, peggiora di un decimale la sua trascurabilità.

Per chi comunque volesse avere sotto occhio il riferimento dei voti espressi, ecco il confronto in percentuali tra le tre elezioni (Europee 2014, Politiche 2018, Europee 2019).
Europee 2014, affluenza 58,7%
* M5S: 21,1%: * PD: 40,8%; * Lega: 6,2%; * FI: 16,8%; * FdI: 3,7%; * Tsipras: 4,0%
Politiche 2018 (Camera), affluenza 72,9
* M5S: 32,7%; * PD: 18,7%; *Lega: 17,4%; *FI: 14,0%; *FdI: 4,3%; *Leu+PaP: 3,4%+1,1%; *+Eu ropa: 2,5%
Europee 2019,  affluenza 54,5% 
* Lega: 34,3%; *Pd: 22,8%; *M5S: 17,1%; *FI: 8,8%; *FdI: 6%; *+Europa: 3,1%; *Sinistra: 1,8% 

*** Massimo Ferrario, Elezioni, un confronto storico che integra gli astenuti, per Mixtura


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