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giovedì 30 maggio 2019

#SENZA_TAGLI / Niente di nuovo sul fronte occidentale (Enrico Finzi)

Nell’esame dei risultati elettorali provo a proporre qualche osservazione fuori dal coro. Parto dalla domanda, che angoscia molti: l’Italia sta diventando fascista? La mia risposta è che, in una certa misura, lo è sempre stata.

Non nascondiamoci dietro un dito: per oltre quarant’anni la DC, spesso tra il 35% e il 40% dei consensi, è stata – elettoralmente – l’erede del fascismo, raccogliendo il voto dei clericali e dei sanfedisti, dei reazionari non estremisti, dei moderati egoisti ed evasori fiscali, del ceto medio impaurito: il collante è stato l’anticomunismo, vera e persistente ideologia del nostro semi-fascismo eterno. Poi, con le stesse percentuali, le sono succedute Forza Italia, poi i 5 Stelle e oggi la Lega, che già con Bossi si era inserita nelle aree ‘ex-bianche’ delle Prealpi veneto-lombarde. Il peso nelle urne del PD zingarettiano e delle liste minori alla sua sinistra corrisponde esattamente a quello che per decenni fu proprio del PCI e delle liste rivoluzionarie. E oggi la Meloni, con i corpuscoli d’altra destra, vale come il MSI.

Certo, ci sono state brevi eccezioni, legate a eventi e movimenti straordinari (come il PD renziano, per un attimo partito anche della borghesia europeista). Così come – è indubbio – nei vari schieramenti sono state presenti minoranze perbene e antifasciste, per esempio coi cattolici democratici, coi socialisti non corrotti, coi repubblicani non infiltrati dalla mafia.

Ma ciò che conta davvero è la storia di lungo periodo, che vede più della metà del Paese ignorante, volgare, maschilista, egoista, conservatrice, misoneista, superficialmente cattolica e in realtà incompatibile con l’Evangelo, non empatica e anzi dichiaratamente cattiva, razzista, schiava servile ed entusiasta del potente di turno. Meno di un terzo è ostile al capitalismo e coltiva speranze di cambiamento radicale. Un ottavo fa scelte minoritarie, per lo più liberal e liberiste, o stravaganti.

L’Italia profonda è ancora quella Duce, di Pio XII terrorizzato dal bolscevismo, dei Comitati Civici, del filo-americanismo illiberale, dell’odio di classe, del rifiuto dei diritti, della supremazia ieri colonialista e oggi anti-migranti. Con un peggioramento: la farsa prevale sulla tragedia, mentre per ora è sconfitto lo sforzo di far evolvere l’Italia e l’Europa, che molti di noi ha coinvolto e appassionato. Ma la vecchia talpa continua a scavare… 

*** Enrico FINZI, 1946, sociologo, saggista, già presidente di Astraricerche, fondatore di Sòno Human Tuning,  Niente di nuovo sul fronte occidentale, 'Sòno-Tuning', 28 maggio 2019, qui


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