C'è
questo mio silenzio.
E c'è il silenzio che abita i grandi alberi.
E ci sono le vaste foreste, che sono grandi silenzi
suddivisi e ordinati. E poi c'è la vastità dell'esistere,
del pulsare, del nascere e del morire. E alfine,
o al principio, c'è il pensiero, che non
si adagia un attimo, che anche
quando medito galoppa e
invade e si incunea.
Una buona meditazione
avvicina questo mio silenzio
al silenzio del bosco, li fa vibrare insieme,
un'assonanza che ricorda il punto di partenza e
il punto di arrivo.
Nient'altro.
*** Tiziano FRATUS, 1975, poeta e scrittore, L'ultima foresta, da Poesie creaturali, Libreria della natura, 2019, in 'studiohomoradix', qui
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