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giovedì 28 marzo 2019

#SENZA_TAGLI / Famiglie, sinistra, destra (Paola Ronco)

La mia famiglia è composta da un amato compagno di vita, un figlio piccolo e una gatta grassoccia, oltre ad alcuni meravigliosi amici.
Non siamo sposati, lavoriamo tutti e due, nostro figlio va alla scuola materna. Probabilmente di figli ne avremmo fatti volentieri più di uno, se fossimo stati in condizioni economiche migliori.

Le cose di cui avrei avuto bisogno, se mi avessero chiesto, sono semplici:
- Un congedo di maternità decente, possibilmente più lungo, sicuramente non decurtato al 30%. A me è andata bene perché ho un datore di lavoro davvero invidiabile, ma per tutte ci vorrebbe la possibilità di scegliere, senza essere ricattate, senza il rischio di perdere il lavoro. Servirebbe, per tutti i padri, anche un congedo di paternità umano, non di quindici ridicoli giorni.
- Un contributo economico decente per le spese indispensabili. Per esempio pannolini non tassati al 22% come i diamanti (Edit, avevo scritto tartufi in origine, ma giustamente mi fanno notare che loro sono tassati al 5%), magari una fornitura di pannolini lavabili, che aiuterebbero anche l’ambiente.
- Un numero congruo di asili nido, prezzi decenti, una certa flessibilità nella scelta.
- Un’assistenza più umana anche dopo il parto, per esempio con delle visite a domicilio, anche a prezzi agevolati, per consigli sul benessere della madre, sull’allattamento, sulle tante domande dei primi giorni.
- Per tutte ci vorrebbero la possibilità di tornare al lavoro a tempo parziale se così si desidera, un aiuto economico concreto se si preferisce liberamente restare a casa per curare i figli, una maggiore semplicità nel reperire le informazioni su quello cui si ha diritto e su come si può ricevere aiuto. 
Non apro nemmeno il capitolo dei genitori con figli disabili, perché so che la situazione è piuttosto drammatica.

Le cose di cui non ho mai sentito il bisogno, per aiutare la mia famiglia, sono ugualmente semplici:
- Non mi serve e non mi aggiunge niente negare ad altri tipi di coppie gli stessi diritti, che siano persone sposate in chiesa, coppie omosessuali, madri o padri single, famiglie arcobaleno. 
- Non desidero una piccola mancia per aver fatto il mio ‘lavoro’ di madre per la patria, né mi interessa un ‘reddito di maternità purché me ne stia a casa’. Quello che mi serve è poter scegliere se, come e quando avere figli, e poterlo fare senza andare in rovina, perdere il lavoro o essere costretta a parcheggiare mio figlio in un asilo per dodici ore perché devo per forza lavorare per vivere.
- Non mi serve negare il diritto di tutte le donne alla loro autodeterminazione. Se una donna decide di abortire deve poterlo fare in sicurezza, secondo le leggi di uno stato laico, con medici non obiettori, senza ramanzine, predicozzi e giudizi morali. Se una donna decide di avere dieci figli o decide di non averne nessuno, è e rimane una questione sua. Se una donna ha delle difficoltà ad avere figli e ne vorrebbe, dovrebbe poter essere assistita in un percorso medico, senza spenderci i risparmi di una vita. Se una famiglia, qualunque sia la sua composizione, desidera adottare dei figli ed è idonea a farlo, dovrebbe poterlo fare senza le assurde tempistiche, i costi apocalittici e le difficoltà che ci sono ora.

Vedete, sarebbe stato semplice pensare alla famiglia in maniera normale. Un partito di sinistra, se esistesse, ci farebbe le barricate, per aiutare chi nonostante tutto, incredibilmente, tra milioni di difficoltà e in un tripudio di giudizi altrui non richiesti, decide di far nascere nuove vite e di prendersi cura degli uomini e delle donne di domani.
Sarebbe stato semplice, ma in Italia il battaglione della destra riconosce un’unica famiglia, bianca, italiana, cattolica, sposata, eterosessuale. Non fa niente nemmeno per lei, ma in compenso si affanna a negare diritti a tutte le altre, e per farlo meglio si riunisce insieme ai peggio oscurantisti mondiali e alle altezze reali. Un partito di sinistra normale, d'altro canto, in Italia non esiste.

*** Paola RONCO, facebook, 27 marzo 2019, qui

illustrazione di Marco Melgrati

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