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sabato 16 marzo 2019

#RITAGLI / Ebrei, sionismo, sinistra (Moni Ovadia)

L’argomento mi sembra attualissimo: si parla di gente che è cacciata perché è ebrea, perseguitata e vessata. Oggi questo non riguarda gli ebrei ma molti altri però. Credo che attaccare gli ebrei in maniera sistemica abbia un deterrente di una tale forza che lo vedo difficile.
Ciò non esclude che l'antisemitismo sia una latenza che riemerge. Assistiamo a un fenomeno interessante: si può essere ultra filo-sionisti e al tempo stesso antisemiti. Tutta la feccia antisemita americana vota Trump, che è notoriamente ultra filo-sionista.  La verità è che c'è una latenza antisemita nel sionismo, quando pretende che tutti gli ebrei devono stare in un posto e non dove piace a loro.
Io assolutamente non metto in discussione l'esistenza dello stato di Israele nei suoi confini legittimi che sono quelli della ‘green line’. Ma non sono sionista, ho anzi una ripulsa per il sionismo perché oggi ha rivelato la sua vera natura di nazionalismo fanatico e ultra reazionario: come io posso condividerlo, visto che gli ebrei sono stati sterminati da nazionalismi fanatici e ultra reazionari?

[D: Si avvicinano le elezioni europee: nel 2014, lei fu eletto con oltre 33 mila voti con la lista “L’altra Europa per Tsipras” ma rinunciò al seggio. Non ripeterà l’esperienza?]
È vero, ho avuto un sacco di voti e ho lasciato il mio posto a Curzio Maltese: avevo detto da subito che non sarei andato a Strasburgo, per due ragioni: la prima, perché non voglio fare il politico, e la seconda, perché ho una compagnia di gente, oltre a produzioni e distribuzioni che dipendono da me”.
Mi ero candidato per aiutare un progetto nel quale ho creduto, ancora una volta povero ingenuo illuso: anche in quel caso è stato semplicemente uno strumento perché i partitini della sinistra facessero gli affari loro”.
Ora per me è chiusa perché i partiti hanno rivelato la loro natura: quando tu vivi in un’Europa minacciata dai populismi ultra reazionari fascistoidi e pensi solo alle beghe interne vuol dire che non sei di sinistra. Non muoverò un'unghia finché non nascerà una forza politica degna di questo nome e per me c'è una precondizione: si saltano due elezioni, si studia, si prepara una piattaforma e si punta su una classe dirigente non compromessa.

*** Moni OVADIA,  1946, autore e attore teatrale, scrittore, intervistato da Francesca Venturi, La sinistra mi ha deluso e io me ne sto seduto su un tetto, come un violinista, Agi, 4 marzo 2019, qui


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