E il demagogo guardò noi:
e come in uno specchio
lui vide riflessi
noi in lui.
E noi guardammo il demagogo:
e come in uno specchio
noi vedemmo riflesso
lui in noi.
Fu il cortocircuito dell'odio
fu la carezza del rancore
fu il conforto del disprezzo:
verso chi sta peggio.
Fu il miele versato sulle ferite doloranti
fu lo zucchero profuso sulle bocche rinsecchite
fu il farmaco spacciato per terapia e lenimento:
per chi sta male e vorrebbe stare meglio.
Venne fatto credere,
e si credette,
che questo bastasse per stare meglio:
prendersela con chi sta peggio
Coccolati e protetti dall'ossessione
rassicurante del 'prima noi'
e galvanizzati dagli insulti infuocati
vomitati verso gli 'altri',
disumanizzati solo perché diversi da 'noi',
ci destinammo
- ripiegati e disanimati,
incattiviti e ormai soltanto orgogliosamente cattivi -
ad una cattività feroce,
ognuno prigioniero della prigione del suo io.
E ci scordammo le ali per volare,
quelle che gli umani hanno scolpite nell'anima:
per non essere le bestie che non siamo
e ogni giorno faticosamente provare
a essere uomini umani uguali a uomini.
*** Massimo FERRARIO, E ci scordammo le ali, inedito, febbraio 2019, per Mixtura
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