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sabato 29 dicembre 2018

#RACCONTId'AUTORE / Natale, papà e le noci (Gio Evan)

Natale mi ricorda papà, mi ricorda l'unico schiaccianoci di casa. Noi tutti seduti a tavola ad aspettare il turno dello schiaccianoci. 
Mi piaceva questa cosa, mi piaceva che non ne compravamo un paio in più. Solo uno, uno per tutti. Con calma si aspettava il proprio turno, i parenti erano tanti, così tanti che a volte bisognava davvero aspettare un sacco. Mi piaceva guardare papà. Lui non aveva bisogno dello schiaccianoci, aveva le mani da cantiere, era uno forte. Metteva due noci in una mano e crac, stringeva così forte che una noce si rompeva. Io mi mettevo vicino a lui, sempre, a Natale. E lui me ne dava una a me, poi una a lui, poi ne dava una a mamma, poi una mia sorella, poi di nuovo a me. 
Con papà le noci si mangiavano veloci, anche senza schiaccianoci. Ed era un supereroe papà, ai tempi, era forte con le sue mani. Io gli chiedevo ma come fai babbo, come ci riesci? E lui diceva che era facile, mi diceva "la vedi la noce che ha mangiato mamma? Quella è la rabbia, e io non la voglio mamma arrabbiata, allora la rompo e così la rabbia non c'è più. L'hai vista quella che hai mangiato tu? Quella è la paura, la rompo, tu la mangi e la paura non c'è più”. 
Eppure c'era sempre quella noce, quella noce che non si rompeva mai. Quella noce che si faceva carico di tutto e resisteva fino alla fine. Che cosa è quella noce che non si rompe mai, papà? 
E lui mi diceva che quella lì, quella che non si rompe mai, è la noce della famiglia. Questa è la famiglia, amore mio, diceva papà, nonostante tutti i colpi della vita, noi non ci rompiamo mai. A Natale, è stato a Natale che ho imparato che la famiglia è l'ultima noce, quella che non si rompe mai.

*** Gio EVAN (Giovanni Giancaspro), 1988, scrittore e poeta, umorista, performer, cantautore, artista di strada, 'facebook, 25 dicembre 2018, qui


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