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sabato 29 settembre 2018

#SPILLI / La manovra del 2,4%: debito per cosa? (Massimo Ferrario)

Non sono un economista, ma credo di arrivarci anch'io, come tutti. E di non dire nulla di particolarmente originale. 

Il debito in sé può non essere un male. Dipende. Dalla ragione per cui viene acceso. Se per spese correnti, oppure per investimenti. Con le prime si è sicuri di andare alla rovina, con i secondi ci si può costruire un futuro. 

Il deficit del 2,4% per tre anni deciso dal governo 5S-Lega (noto, di passaggio: di 0,5 inferiore al 2,9% proposto da Matteo Renzi nel 2017 per 5 anni, qui) va valutato alla luce di questo banale criterio. Ognuno, sulla base delle scelte che verranno ulteriormente dettagliate nel corso della precisazione della 'manovra' da oggi a fine anno, si faccia la sua opinione: se siamo vicini ad un abisso, oppure se la mossa, per quanto arrischiata, produrrà quella scossa all'economia che tutti da anni promettono e però poi nessuno vede. 

A me sembra che le preoccupazioni siano più che fondate. Più che investire, si redistribuisce. Una redistribuzione giustissima, intendiamoci, dati i milioni di poveri che abbiamo 'prodotto' negli ultimi anni. Ma una redistribuzione non accompagnata da investimenti non genera nuova ricchezza. E questo, se non lo capiamo noi, lo capiscono i mercati.

I mercati, più ancora dell'Europa, al di là delle nostre ideologie più o meno liberiste, sono un 'dato' concreto e non scansabile: se pure noi ci rifiutiamo di fare i conti con loro, loro i conti con noi li fanno. Senza sconti e con inesorabile (minuziosa, ossessiva) attenzione. E se si convinceranno (più di quanto già non sembri dalle prime reazioni negative di borsa) che nel nostro debito del 2.4%, assunto in aggiunta alla valanga di debito che già abbiamo accumulato negli anni, prevalgono le spese che 'non fanno futuro', la conseguenza non sarà che 'se ne faranno una ragione' (come qualcuno ripete con ignorante arroganza), ma che costringeranno noi, volenti o nolenti, a ragionare. 

Sempre se saremo ancora in tempo per fare qualche ragionamento e per non subire, zitti e impotenti, i diktat del mondo che non ci farà più credito perché siamo debitori giudicati insolventi.

*** Massimo FERRARIO, La manovra del 2,4%: debito per cosa?, per Mixtura


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