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sabato 4 agosto 2018

#RITAGLI / Fascismo e la bufala delle pensioni (Filippo Villani)

La menzogna più famosa è sicuramente «Il duce creò le pensioni». 
In realtà già la legge n. 1473/1883 fondò una cassa pubblica di assicurazioni per gli infortuni degli operai sul lavoro, che con la legge n. 80/1898 diventò Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai: furono così stabiliti un contributo statale di sostegno all’iscrizione da parte degli operai (che era ancora volontaria) e un contributo libero da parte dei datori di lavoro. 
Solo nel 1919 l’iscrizione alla cassa divenne obbligatoria, durante il Governo Orlando, facendo anche cambiare il nome dell’istituto in Cassa Nazionale per le Assicurazioni Sociali. 
L’unico merito di Mussolini fu quello di aver trasformato la denominazione di questo ente in Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale nel 1933 e poi in Istituto Nazionale della Previdenza Sociale nel 1943, nonché di aver creato gli assegni famigliari e le pensioni di reversibilità. 
Ma anche le pensioni sociali non furono merito del Duce: furono introdotte con la legge n. 153/1969 (la cosiddetta legge Brodolini, che trasformò peraltro il sistema da contributivo a retributivo), dunque ben dopo il regime.

*** Filippo VILLANI, Le più grandi bufale sul fascismo: un debunking obbiettivo e attuale, 27 gennaio 2018, qui
Per una sintesi della storia dell'Inps, vedi 'inps.it', qui


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