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venerdì 20 luglio 2018

#RITAGLI / Migrazioni, infondata la teoria del 'pull factor' (Annalisa Camilli)

(...) I nuovi dati diffusi dall’Ispi smentiscono ancora più categoricamente l’idea che le organizzazioni non governative siano un pull factor, cioè un fattore di attrazione per i migranti. La formula “taxi del mare” ha avuto molta fortuna tra i politici e i giornalisti e poi nell’opinione pubblica e ha rafforzato il sospetto sollevato da alcuni magistrati, come il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, che le navi umanitarie favoriscano il traffico di esseri umani.

La teoria del pull factor, sostenuta anche da Frontex – l’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne dell’Unione – anche se molto suggestiva non è avvalorata dai fatti: esattamente come era successo nei primi quattro mesi del 2015, quando era stata sospesa la missione di ricerca e soccorso Mare nostrum, con il blocco delle ong le partenze non si sono fermate.

Nonostante le navi delle ong non siano più presenti davanti alle coste libiche, nel mese di giugno le partenze dalla Libia sono addirittura aumentate e sono passate da 4.321 persone partite a maggio alle 6.954 partite a giugno del 2018. Una tendenza che conferma un dato già rilevato in diversi altri studi: a luglio del 2017, quando tutte le ong erano in mare le partenze dalla Libia si sono fermate per via degli accordi conclusi dall’Italia con Tripoli, e nei primi sei mesi del 2018 le partenze sono rimaste stabili nonostante la minore presenza delle navi umanitarie.

Nonostante questi studi, nel documento finale del Consiglio europeo del 28-29 giugno fa capolino la teoria del pull factor quando al punto 5 del capitolo sull’immigrazione si afferma: “Per smantellare definitivamente il modello di attività dei trafficanti e impedire in tal modo la tragica perdita di vite umane, è necessario eliminare ogni incentivo a intraprendere viaggi pericolosi”. Nel paragrafo approvato dai capi di stato e di governo dell’Unione si rafforza l’idea che il soccorso in mare sia un incentivo alla partenza. (...)

*** Annalisa CAMILLI, giornalista, La rotta più pericolosa del mondo, 'internazionale.it', 3 luglio 2018

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foto Olmo Calvo / Ap-Ansa

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