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martedì 5 giugno 2018

#SPILLI / Renzi, il populismo, il pane, le rose (Massimo Ferrario)

“Chi mi ha combattuto dicendo che ero poco di sinistra ora si trova Salvini al Viminale”. (Matteo Renzi, ‘Corriere della Sera’, articolo di Claudio Bozza, 4 giugno 2018, qui.)

Impareggiabile.
Lo ha detto mentre annunciava che se ne sarebbe andato fuori dall’Italia per tenere una serie di conferenze, più o meno profumatamente pagate, abbandonando per qualche mese il posto di ‘semplice’ senatore: per il quale è stato eletto e per il quale continuerà a essere retribuito, anche durante queste assenze, dal contribuente italiano. 

Due commenti veloci. 
(a) - Viene immediata una domanda: e il pericoloso populismo contro cui il Pd tanto si è scagliato, preannunciando opposizione il 5 marzo quando ancora non si sapeva a cosa, e ha ribadito successivamente, con foga, facendo indigestione di pop corn fino ad oggi e pregando il destino che Di Maio e Salvini si abbracciassero al governo, come infatti è poi avvenuto, per gustarsi lo sfascio prossimo venturo?

La facciano gli altri, l'opposizione dura e senza sconti per salvare l'Italia. 
Lui ha già fatto quello che doveva: dipingere la situazione tanto grave e sull'orlo dell'abisso, che ora ha deciso di andare in tour all’estero.
Per giunta, con doppio stipendio (salvo smentita...).

(b) - Ammettiamolo: non gliela fa proprio. Un po’ è malafede, ma un po’ è totale incapacità strutturale di leggere e capire la realtà: prigioniero com'è del tradizionale e seducente storytelling da 'pensiero' (si fa per dire) rigorosamente positivo, con le slide colorate di azzurro e gli effetti speciali del powerpoint
E i milioni di elettori persi, alcuni milioni pure passati per disperazione ai 5S? 
Non hanno capito nulla: sono loro che dovranno cambiare, gli stupidi elettori, non certo lui (il genio della disfatta) e la sedicente dirigenza di partito che lo ha seguito, docile e complice..

Il populismo, in Italia come altrove, nasce dal fatto che i partiti che si fanno credere più o meno di sinistra hanno seguìto, e continuano bellamente a seguìre, politiche di destra. Prendendo in giro quel segmento specifico di popolo di cui dovrebbero rappresentare gli interessi e che proprio per questo dovrebbe dar loro supporto e consenso anche attraverso il voto.

Loro, invece, sono in altre faccende affaccendati: si strusciano addosso a chi ha potere (economico, finanziario, industriale), tenendosi accuratamente ben lontani dalle periferie e stando invece ben piantati nei centri delle città.
E anziché perseguire, insieme e non in alternativa, diritti sociali&diritti civili, hanno rinunciato alla fatica di difendere e affermare i primi, di fatto lasciandoli andare alla deriva dentro parole gonfie solo di retorica, e puntando tutto e solo sui più facili secondi.

Cioè: invece di tenere fissa la barra della loro azione politica sul binomio ‘pane-e-rose’ (si sarebbe detto una volta), hanno virato decisamente sulle rose, dimenticandosi il pane

E così Salvini, giocando su paura, rancore e demagogia, al seguito dei migliori fascistoidi stranieri, e sfruttando un bisogno generalizzato, crescente e drammaticamente sofferto, di ‘pane’, si è offerto come unico, vero difensore e 'panettiere' del popolo.

Nulla di nuovo sotto il sole. Già accaduto. 
C’è solo da sperare che non accada proprio tutto quello che nell’altro secolo già si è visto. 

*** Massimo Ferrario, Renzi il populismo, il pane, le rose, per Mixtura


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