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martedì 1 maggio 2018

#SPILLI / Leader neppure da scuola d'infanzia (M.Ferrario)

Doveva stare zitto per due anni. E doveva fare il ‘semplice senatore di Scandicci’.
Ma dovrebbe averci abituato.
E' come quando diceva: 'mi dimetto da segretario'.
Oppure: ‘sono entrato in fase zen’.
Oppure: 'io non sono come gli altri, ho una dignità e se perdo smetto di fare politica'.
Oppure: '#enricostaisereno'.
Oppure: 'la politica ha bisogno di etica e io mai andrò al governo senza passare dal voto'.

Dopo quasi due mesi dalla disfatta storica, frutto dei suoi anni di presidente del Consiglio e di segretario del Pd, neppure un minuto collettivo di riflessione sulle ragioni di quanto avvenuto. Nella linea, peraltro, delle precedenti numerose sconfitte: tutte, dal 2014, dopo il famoso e sempre celebrato 40,8% delle elezioni europee (quando era ancora sconosciuto e poteva accalappiare credito, specie con l'offerta-bonus degli 80 euro), superate d’un balzo, senza un’autoanalisi e un pensiero critico, con la strafottenza, il sorriso ebete e la coazione a ripetere beotamente ottimistica che gli sono propri. 

Ora, da ‘semplice senatore’, senza una discussione collettiva, ma con un ‘semplice intervento autoritario’ in un programma televisivo, brucia la riunione di Direzione preannunciata per il 3 maggio dal segretario reggente e deputata a compiere, come gruppo dirigente, una scelta corale, fa fuori in un fiat l'ordine del giorno e decide la linea del partito, in tv, al di fuori degli organi statutari, sulla testa di tutti, secondo lo stile, mai dismesso, di chi sa muoversi soltanto in modalità ‘arroganza da uomo solo al comando’. 

Problemi di un partito, si dirà. 
No, problemi dell’Italia. 
Di tutti noi. 

Che subiamo (abbiamo scelto di subire) le psicopatie, le tronfiaggini e le cialtronaggini di sedicenti leader malati di potere e di narcisismo, che giocano a fare gli statisti senza mai essere usciti dalla pre-adolescenza. 

Matteo Renzi, Matteo Salvini, Luigi Di Maio. 
Senza dimenticare il più stagionato e pregiudicato Silvio Berlusconi. 

In una scuola d’infanzia c’è più maturità.

*** Massimo Ferrario, Politici da scuola d'infanzia, per Mixtura

Riccardo Mannelli
'Il Fatto Quotidiano', 24 febbraio 2014

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