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domenica 6 maggio 2018

#SPILLI / BR e la bacchetta magica (M. Ferrario)

BR. 
Ancora. 
Sempre loro.
Non ce ne siamo liberati. 
Non riusciamo a liberarcene.
E siamo come siamo anche per questo.
BR: Berlusconi e Renzi.

Certo, se ci sono ancora B e R, è perché ci sono altri che gli hanno tenuto bordone in tutti questi anni. Un ceto dirigente dei due partiti osceno per servilismo e inettitudine. E, ancora nelle ultime elezioni, milioni di elettori pervicacemente convinti delle virtù taumaturgiche dei loro beniamini: quasi 5 milioni per B e poco più di 6 milioni per R.
Ma puntare il dito su B e R non è attribuirgli il ruolo di capri espiatori.
Perché, ferma restando l'ovvia considerazione che la complessità delle situazioni è sempre multi-causale (e quindi nessuno è mai 'totalmente' colpevole, perché altri e il contesto interagiscono e le corresponsabilità sono diffuse), i due non sono vittime, ma carnefici. 
Al di là delle singole ma comuni politiche fallimentari, entrambi hanno pesantemente contribuito a 'degradare' la cultura italiana, pervertendo valori e principi, sul piano antropologico prima ancora che politico. Ed entrambi, non a caso attratti da una 'sintonia profonda' che li ha condotti ad agire in una strana sinergia di 'amorosi sensi', pur da sempre vendendosi come novelli 'salvatori della patria', artefici di riforme e innovazione, hanno di fatto fallito ogni cambiamento possibile. 
In più, oggi rappresentano un blocco, una rigidità, un nodo ingarbugliato del sistema politico: se non 'il' problema, certo una parte 'cruciale' e 'determinante' del problema.

Suggerisco un test velocissimo.
Da due mesi siamo in stallo totale: con un presidente della Repubblica alla ricerca spasmodica di uno sbocco da dare al dopo elezioni, a fronte di una crisi di governo che rischia di avvitarsi in crisi istituzionale.
Immaginiamo per un attimo che, con un felice colpo di bacchetta magica, si possa far scomparire definitivamente, dal sistema politico, l'accoppiata BR. 
Non crediamo che il sistema subito si metterebbe in movimento e tornerebbe fluido, libero, aperto a tanti nuovi giochi possibili?
Per carità, non sarebbe il paradiso. Ma un po' meno inferno, forse.

Lo so, è un sogno. E forse è anche un segno: di impotenza.
Eppure tutte le liberazioni, prima di realizzarsi, hanno bisogno di essere sognate.
Se si vogliano sognare.

*** Massimo Ferrario, BR e la bacchetta magica, per Mixtura


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