Ritengo che il pensiero causale ci dia l'illusione di avere un potere assoluto su ciò che ci circonda e rafforzi in noi la sensazione di controllare il nostro destino, fornendo una visione piuttosto lusinghiera per il nostro io. Il pensare in termini di causa ed effetto ci consente infatti di sentirci in grado di controllare la situazione, di staccarci dal mondo "esterno" e di agire su di esso. Secondo questa prospettiva, a limitarci sono soltanto le conseguenze delle nostre azioni, ma se le accettiamo saremo in grado di agire, e anche liberamente.
Un modo diverso di pensare, in particolare secondo l'approccio che ci viene offerto dalla sincronicità, consente invece di fare i conti con la possibilità che eventi casuali siano significativi e non semplicemente privi di significato. Quest'idea può rivelarsi un brutto colpo per il nostro io poiché mette in dubbio la sensazione di potere e di controllo assoluto che noi tutti creiamo per noi stessi. La possibilità che accadano a noi eventi acausali, incontrollabili e in grado di avere effetti profondi, suscita una certa ansia. Come sostiene nelle sue lezioni sulla sincronicità Marie-Louise Von Franz, collaboratrice di Jung, "è il caso il nemico, il caso va eliminato..."; questa formulazione sintetica ben descrive l'atteggiamento generale sul ruolo degli eventi acausali nella vita di ognuno di noi.
*** Robert H. HOPCKE, psicoterapeuta statunitese di matrice junghiana, Nulla succede per caso, Mondadori, 2013, citato in 'l'anima fa arte', 6 marzo 2018, qui
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