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domenica 29 aprile 2018

MOSQUITO / Al lupo! al lupo! (José Saramago)

La storia, di solito raccontata dal nonno di famiglia, era infallibile durante le serate di provincia, non come semplice divertimento dei piccoli innocenti, ma come opera fondamentale di un buon sistema educativo, precursore, in qualche modo, del giuramento con cui i testimoni si rivelano, o rivelano, per essere sinceri, tutta la verità e nient’altro che la verità. (...) 
Ora, la storia del nonno raccontava di un giovane pastore di pecore che, forse per far passare le sue solitarie ore sul monte, decise un giorno di gridare “al lupo, al lupo”, di modo che la gente della campagna, armata di bastoni, spranghe e qualche carabina della penultima guerra, uscisse di corsa per difendere le pecore e, sulla strada, il pastore che le sorvegliava. Alla fine il lupo non c’era, era scappato per le grida, disse il ragazzo. Non era vero, come menzogna, però, era abbastanza convincente. Soddisfatto dal risultato della sua mistificazione, il nostro pastore decise allora di ripetere lo scherzo e, ancora una volta, i contadini risposero in massa. Ma niente, del lupo neanche l’ombra. La terza volta, però, nessuno mosse un piede fuori casa, si era capito che il pastore mentiva con tutti i denti che aveva nella bocca, gridi pure, si stancherà. Il lupo prese le pecore che voleva, mentre il ragazzo, abbarbicato su un albero, assisteva impotente al disastro. 
Nonostante il tema di oggi non sia questo, colgo l’occasione per ricordare le volte in cui molti di noi gridano “al lupo, al lupo!”. Erano molti di più quelli che negavano l’arrivo del lupo, ma alla fine è venuto e portava una parola sul collare: crisi. 

*** José SARAMAGO, 1922-2010, scrittore e poeta portoghese, premio Nobel per la letteratura nel 1998, Al lupo! Al lupo!, blog ‘Quaderno di Saramago’, versione italiana del blog portoghese ‘O caderno de Saramago’, traduzione di Massimo Lafronza, 24 marzo 2009, qui


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