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lunedì 26 marzo 2018

#SENZA_TAGLI / Virtù private, pubblici vizi (Andrea Zhok)

Nel suo discorso di insediamento, il neopresidente della Camera, Roberto Fico, ha annunciato solennemente che la legislatura che si apre avrà come suo cruciale obiettivo il "taglio dei costi della politica".
Segue applausone dagli spalti pentastellati.

Ecco, cari amici a cinque stelle, ve lo dico con simpatia e avendo a cuore le sorti del paese.

I "tagli ai costi della politica" stanno alla vostra agenda, come la politica degli asterischi politicamente corretti sta all'agenda politica della sinistra.

Si tratta di boiate formali, gesti retorici che non incidono in nulla sui problemi reali del paese, e che servono solo a farvi un poco di pubblicità a buon prezzo.

Ma in verità nel ritornello sui costi della politica c'è persino di peggio. La politica, per quanto sappiamo tutti in quale deprecabile stato si trovi, è l'unica forma di potere assegnato a chi non è già parte dell'establishment di potere (oggi prevalentemente finanziario).

Pensare che indebolendo la posizione economica di chi si impegna in politica si ottenga un beneficio per il paese è una mossa non solo retorica, ma anche stupidina e pericolosa.

Viene fatta passare come virtuosa l'immagine di un parlamento di deputati e senatori che quando sono a Roma si fanno ospitare dagli amici o dalla curia, che fanno un giro in parlamento e poi basta ('per tornare nella società civile'), che non prendono più vitalizi, pensioni anticipate, ecc. Ma ciò che resta fuori da questa immagine di gaia sobrietà è l'immagine complementare di un parlamento di dilettanti ricattabili, che possono dedicarsi alla politica solo se non hanno nulla da perdere, o se hanno un lavoro statale che gli permette di prendere un'aspettativa.

Vedete, cari amici pentastellati, il problema del vitalizio a Razzi non è il vitalizio. E' Razzi.

Se farete politica di qualità, non formale ma sostanziale, con una prospettiva di lungo termine e non solo rivolta alla pancia del paese, nessuno si lamenterà se avrete mille euro di più in tasca.

Se invece proporrete una politica (l'ennesima) di annunci roboanti seguiti dal nulla cosmico, di montagne retoriche partorienti effimeri topolini, di vizi pubblici travestiti da private virtù, allora anche pagarvi in buoni mensa sarà stato uno sciagurato spreco di denaro pubblico.

*** Andrea ZOHK, professore associato di filosofia morale all'università degli Studi di Mialno, Virtù private, pubblici vizi, facebook, 25 marzo 2018, qui


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