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sabato 17 febbraio 2018

#SENZA_TAGLI / Berlusconismo (Francesco Erspamer)

A quanto racconta chi lo frequenta, è da tempo che Berlusconi ripete ossessivamente vecchie barzellette e i soliti aneddoti sulla sua vita, senza ricordarsi di averli già inflitti, più volte, ai medesimi ascoltatori. Inevitabile che stia riciclando le sue prime campagne elettorali, uguali uguali: le vuote promesse, gli slogan consunti, adesso anche la cerimonia del contratto con gli italiani, firmato di nuovo, come nel 2001, davanti alle telecamere dell'immarciscibile Vespa. Già allora non era stata un’idea originale: semplicemente la scopiazzatura del contratto con l’America che sette anni prima aveva portato al successo il repubblicano Newt Gingrich. 

È dall’inizio del muovo millennio, che i liberisti italiani non fanno che importare il peggio degli Stati Uniti, Renzi ancor più di Berlusconi, dimostrando non solo la loro sudditanza nei confronti della superpotenza ma anche un’imbarazzante mancanza di idee. Adesso, ulteriormente decaduti ma troppo pieni di sé per accorgersene, stanno iniziando a imitare le proprie precedenti imitazioni.

Sarebbe patetico se non fosse che una percentuale non insignificante di italiani non se ne accorge: si è abituata a ridere quando i potenti raccontano vecchie barzellette e, peggio, a far finta di credere alle loro promesse, non importa se fatte in precedenza e mai mantenute. 
In parte si tratta di servilismo, tipico atteggiamento dei furbi e furbetti per ottenere o conservare privilegi che non avrebbero meritato; ma in parte è che il berlusconismo non ha corrotto solo Berlusconi e i suoi cortigiani, purtroppo ha corrotto l’Italia, appiattendo milioni di cittadini sul presente immediato, privandoli di ogni memoria storica e rendendoli incapaci di immaginare un futuro diverso. 
Credo che siano ancora una minoranza però se il 4 marzo avranno l’appoggio degli ignavi, ossia di tutti coloro che il coraggio di cambiare proprio non se lo possono dare, nemmeno nel segreto dell’urna, e preferiscono astenersi, allora la deriva potrebbe diventare irreversibile. Siamo ancora in tempo ma non ci saranno molte altre occasioni.

*** Francesco ERSPAMER, docente di studi italiani e romanzi ad Harvard, saggista, 'facebook', 16 febbraio 2018, qui

Edoardo Baraldi

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