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sabato 4 novembre 2017

#SPILLI / Ivanka Trump, o della spudoratezza (M. Ferrario)

Tokyo, Assemblea mondiale per le donne.

«[Il fenomeno delle molestie alle donne] non dovrebbe mai essere tollerato. (...) Troppo spesso la cultura dei nostri luoghi di lavoro non rispetta le donne come dovrebbe (...) Si manifesta in molti modi, fino alle molestie, che non devono mai essere tollerate (...) Gli Stati Uniti e il Giappone devono sconfiggere la tradizionale e rigida cultura nel mondo degli affari che penalizza le donne in modo sproporzionato sul lavoro». ('la Repubblica', qui)

Lo ha detto Ivanka Trump, figlia del presidente degli Stati Uniti (e per giunta sua consigliera alla Casa Bianca), rivolta ad una sala mezza vuota.

Giustamente mezza vuota.

Se questa improvvisata e sedicente paladina delle donne avesse avuto il coraggio, prima di aprire bocca in pubblico, di dire in faccia al padre, Donald Trump, noto campione di molestie e sessismo, che finalmente, proprio per essere fedele ai suoi convincimenti, lo ricusava come figlia e come donna, avrebbe evitato di suggerire certe inoppugnabili conclusioni: tipo quella per cui stesse soltanto prendendo per la sua parte B quelle poche donne che avevano avuto la gentilezza di non lasciarla sola a declamare parole nel suo caso evidentemente vuote e in libertà.

Ma la spudoratezza non conosce limiti. 
Per metterle dei limiti bisognerebbe cominciare a far pagare a spudorati e spudorate quello che sono: indipendentemente dal ruolo. 
Anzi: quanto più gli uni e le altre stanno in alto e pretendono di esercitare potere su di noi, tanto più il costo dovrebbe essere maggiore. 
Sempre che non ci piaccia, oltre Oceano ma anche a casa nostra, essere presi per i fondelli.

Ma forse, l'altro giorno, a Tokyo, una sala mezza vuota fa ben sperare. 
E se è così, va riconosciuto che la speranza, una volta di più, viene dalle donne: almeno da quelle che non erano in sala.

*** Massimo Ferrario, Ivanka Trump, o della spudoratezza, per 'Mixtura'


In Mixtura ark #Spilli qui

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