Il signore grasso baffuto nel tram affollato pestò lievemente il piede al signore magropallido.
- Scusi - disse
- Non la scuso - disse il signore magropallido - quello che lei ha fatto è gravissimo, una catastrofe, una vera tragedia.
- Suvvia, non esageri - disse il signore grassobaffuto - un lieve pestone, le ho già chiesto scusa. Ci sono cose ben più gravi.
- Il destino non distingue tra lieve e pesante, tra casuale e volontario, tra poco e molto, tra tragedia e commedia. Il suo atto potrebbe essere gravido di conseguenze fatali.
Non sbuffi e ascolti la mia storia.
Storia del signore magropallido
Un signore corpulento simile a Oliver Hardy pestò un piede, nella calca di un tram, a un signore magrolino che somigliava a Stan Laurel.
Il signore grassobaffuto si scusò e tutto sembrava finito lì.
Appena sceso dal tram, il signore magropallido si accorse che il lieve pestone aveva un po’ sporcato la sua scarpa.
Si chinò per pulirla con un fazzolettino.
In quel momento da un supermercato sbucò una signora stracarica di borse della spesa, che per evitare il signore chinato inciampò.
La signora stava per cadere ma si aggrappò a un giovanotto facendogli rotolare il telefonino fuori dal marciapiede, in mezzo al viale.
Il giovanotto imprecò e raccolse il telefonino ma nel fare ciò tagliò la strada a un ciclista.
Il ciclista riuscì a schivare il giovanotto ma tamponò un'auto.
Il guidatore uscì dall’abitacolo arrabbiatissimo senza guardare, e un’altra auto lo investì.
In modo abbastanza grave da richiedere un’ambulanza.
L’ambulanza arrivò di corsa, ma per fatalità quel giorno tirava un forte vento e un ramo d’albero le cadde sopra.
Un infermiere fu ferito in modo lieve.
Fu medicato, ma dovette lasciare il turno e tornare a casa anzitempo.
Così sorprese la moglie a letto col primario chirurgo dell’ospedale.
Pestò prima lievemente la moglie, poi pesantemente il primario, fratturandogli il naso e una mano.
Il primario poche ore dopo doveva operare una donna, un intervento abbastanza delicato.
Telefonò al suo vice dicendo che non era in grado di operare.
Il suo vice iniziò l’intervento, ma quel giorno era nervoso perché poco prima una signora lo aveva urtato facendogli cadere il telefonino che da allora non funzionava bene.
Così sbaglio l’operazione e la signora morì.
Il marito dell’operata era in casa al quarto piano, e quando ebbe la ferale notizia salì in bilico sul cornicione con l’intenzione di uccidersi.
Arrivarono vari pompieri e un maresciallo dei carabinieri.
I pompieri forzarono la porta, il maresciallo irruppe nella casa, ma dentro c’era un cane che lo azzannò ai coglioni.
Il marito della defunta si buttò nel vuoto morendo sul colpo, e il maresciallo restò evirato.
Un mese dopo, impazzito per la sua menomazione, il carabiniere prese la pistola di ordinanza e sparò in un supermercato uccidendo dodici persone.
Una di queste era la signora che aveva fatto cadere il telefonino del giovane chirurgo, che intanto si era suicidato per l’operazione sbagliata.
Un'altra era un bambino bravissimo a scuola.
Un’altra era un biologo che era a un passo dallo scoprire una cura contro il cancro.
Il signore grassobaffuto che aveva pestato il signore magropallido all’inizio della storia, ebbe un colpo apoplettico per il rimorso.
- Ha capito?- disse il signore magropallido.
Il signore grassobaffuto non rispose.
*** Stefano BENNI, 1947, scrittore, Piccoli incidenti, racconto inedito, facebook, 14 ottobre 2017, qui
In Mixtura ark #Raccontid'Autore qui
Nessun commento:
Posta un commento