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domenica 5 novembre 2017

#MOSQUITO / Laicità, l'arte del convivere (Salvatore Veca)

La nostra famiglia, e parlo dei laici e della sinistra, è figlia di una storia precisa. Stringi stringi l’unica eredità irrinunciabile, e ancora dinamica, resta il progetto illuministico. Che è basato su un punto cruciale: la promessa dell’arte del convivere. Fatta la tara di errori e regressioni, dovremmo perciò essere molto fieri di un grande risultato: la con-vivenza pacifica, in società evolute, di milioni persone diverse quanto a credenze e sto-rie. Anche la bistrattata tolleranza è frutto di una storia secolare. Che ha esibito la possibilità della concordia e della convivenza sulla base di una manciata di valori. Al centro dei quali sta scritto: non solo possiamo, ma dobbiamo convivere. E in virtù della comune dignità e dell’eguale valore di ciascuno. Non penso che si debba esigere dalla politica un’idea del bene. Questo lasciamolo fare ai nuovi credenti. Alla politica dobbiamo chiedere l’azzeramento del male e del negativo, sempre incombenti in società. (...) 

... quello di consentire a ciascuno di massimizzare le opportunità e individuare il proprio progetto di vita, resta il massimo degli scopi. E tuttavia ognuno deve poter scegliere da solo qual è la vita più degna di essere vissuta. Senza imporne il contenuto ad altri. Questa è la grande promessa, il grande sogno. Che per essere sognato esige certe condizioni. La condizione chiave preliminare? Saper esercitare l’arte del convivere. Non è poco, anche se la precondizione può apparire solo "negativa". Ebbene, si pro-vi a pensare a un futuro privo di tale precondizione. Sarebbe un risultato di perdita e di dissipazione, dove i giochi non cominciano nemmeno. E allora ribadiamolo. Non è vero che le nostre società democratiche siano aride, nichilistiche o un mero supermarket dei valori. Al contrario,con tutti i loro guai, sono l’unico esperimento sociale riuscito, che ancora consente di sperare in un futuro a misura di tutti e di ciascuno. Essenziale quindi è salvaguardare un certo abc, benché possa apparire vecchiotto e superato. E l’abc recita: è inaccettabile che la legislazione sui modi di vita venga fatta dipendere da un singolo insieme di credenze religiose. Sarebbe un sovvertimento etico irreparabile. Come diceva Bertrand Russell negli anni 50, “se in Occidente prevarrà l’opinione che il Cristianesimo sia essenziale alla virtù e alla stabilità della società, allora esso riacquisterà d’incanto tutti i difetti che aveva nel medioevo”. Una profezia folgorante. 

*** Salvatore VECA, 1943, filosofo, intervistato da Bruno Gravagnuolo, ‘l’Unità’, 25 giugno 2005


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