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domenica 23 luglio 2017

#SGUARDI POIETICI / La sera indugia (Javier Gil Martín)

La sera indugia
e la solitudine, come un tributo
a un dio che ci vuole
soli e umiliati, si addensa,
arriva ai limiti
del vivibile, del respirabile.
Qui c'era una porta e segnali
d'una vita più degna
d'essere vissuta
ma che noi non osammo vivere,
perché la dignità era una strada
di gialle piastrelle
molto lunga,
perché la dignità aveva un peso
grande per noi,
formiche diligenti
che però mai azzardano un peso
se a priori credono di non potercela fare,
e che non osano nemmeno verificarlo.

*** Javier Gil MARTÍN, 1981, poeta spagnolo, senza titolo, traduzione di Alessio Brandolini e Helena Fernández de Llanos, in Alessio Brandolini e Helena Fernández de Llanos, a cura, Tre gatti senza peccato, ‘Fili d’aquilone’, luglio/settembre 2006, qui


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