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giovedì 27 luglio 2017

#MOSQUITO / Freud, il dogma, la scienza, le caratteristiche personali (Carl Gustav Jung)

C’è un fatto curioso piuttosto raro nella storia della scienza – che però rientra anch’esso nel particolare carattere della corrente culturale “psicoanalitica” – ed è che il creatore della psicoanalisi (in senso stretto), Freud, insiste sull’identità del metodo con la sua teoria sessuale, a cui egli in tal modo ha dato per così dire un’impronta dogmatica. Questa dichiarazione “scientifica” d’infallibilità mi ha indotto a suo tempo alla rottura con Freud; perché dogma e scienza sono per me grandezze incommensurabili, che confondendosi si danneggiano a vicenda. Il dogma ha un valore inestimabile come fattore religioso proprio perché rappresenta un punto di vista assoluto. Ma la scienza che crede di poter fare a meno della critica e della scepsi si corrompe in muffa malsana. Per la scienza, il dubbio è un bisogno vitale. Dovunque esso mostra una tendenza al dogma e, quindi, all’intolleranza e al fanatismo, vuol dire che viene soffocato un dubbio molto probabilmente giustificato e messa a tacere un’incertezza fin troppo fondata. 
Se sottolineo questo fatto di per sé deplorevole, non è tanto per scuotere con le mie critiche la teoria di Freud, quanto per avvertire il lettore non prevenuto che la psicoanalisi freudiana non è, caratteristicamente, solo lavoro e sforzo scientifico, ma anche un sintomo psichico che, come indicano i fatti, si è dimostrato più forte dell’arte analitica del maestro stesso. Come ha mostrato chiaramente il libro di Maylan Freuds tragischer Komplex, non sarebbe affatto difficile derivare la tendenza al dogmatismo di Freud dalle sue caratteristiche personali – egli stesso ha insegnato ai suoi allievi questo metodo e l’ha applicato di persona più о meno felicemente – ma non trovo simpatico volgere contro il creatore le sue stesse armi. In fin dei conti, nessuno sfugge completamente alle sue caratteristiche personali. Tutti vi sono più о meno legati, specialmente se praticano la psicologia. 
Io trovo poco interessanti queste deficienze tecniche e ritengo dannoso sottolinearle troppo, perché così facendo si distoglie l’attenzione dall’unico fatto importante, ossia che anche lo spirito più indipendente è quanto mai condizionato e dipendente proprio là dove sembra essere più libero.

*** Carl Gustav JUNG, 1875-1961, medico e psicoanalista svizzero, fondatore della psicologia analitica, Prefazione a W. M. Kranefeldt, La psicoanalisi, 1930, in Opere IV, Freud e la psicoanalisi, Bollati Boringhiri, edizione digitale, 2015


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