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lunedì 5 giugno 2017

#SGUARDI POIETICI / Sono un caso disperato (Mario Benedetti)

Finalmente un critico sagace ha rivelato 
(sapevo che lo avrebbero scoperto) 
che nei miei racconti sono parziale 
e a margine mi esorta 
a far mia la neutralità 
come ogni intellettuale che si rispetti

credo che abbia ragione 
sono parziale 
su questo non c'è dubbio 
più ancora io direi un parziale irrecuperabile 
in fin dei conti un caso disperato 
perché per quanti sforzi faccia 
non potrò arrivare mai a essere neutrale

in vari paesi di questo continente 
specialisti di valore 
hanno fatto il possibile e l'impossibile 
per curarmi dalla parzialità 
per esempio nella biblioteca nazionale del mio paese 
ordinarono lo spurgo parziale 
dei miei libri parziali 
in argentina mi diedero quarantotto ore 
(altrimenti mi ammazzavano) perché me ne andassi 
con la mia parzialità alle costole 
da ultimo in perù imbavagliarono la mia parzialità 
e quanto a me mi deportarono

se fossi stato neutrale 
non avrei avuto bisogno 
di queste terapie intensive 
però cosa posso farci 
sono parziale 
incurabilmente parziale 
e per quanto possa suonare un poco strano 
totalmente 
parziale

già lo so 
questo significa che non potrò aspirare 
a tantissimi onori e riconoscimenti 
e glorie e cariche 
che il mondo riserva agli intellettuali 
che si rispettino 
vale a dire ai neutrali 
con un'aggravante 
poiché ogni volta ci sono meno neutrali 
i riconoscimenti sono ripartiti 
tra pochissimi

dopo tutto e a partire 
dalle mie confesse limitazioni 
devo riconoscere che per quei pochi neutrali 
provo una certa ammirazione 
o meglio li considero con stupore 
perché in realtà è necessaria una tempra d'acciaio 
per mantenersi neutrali davanti a episodi come 
girón 
tlatelolco 
trelew 
pando 
la moneda (*)

è chiaro che uno 
e forse è questo che voleva dirmi il critico 
potrebbe essere parziale nella vita privata 
e neutrale nelle belle lettere 
diciamo indignarsi contro pinochet 
durante l'insonnia 
e scrivere racconti diurni 
su atlantide

non è una cattiva idea 
e chiaramente 
presenta il vantaggio 
che da un lato 
uno ha conflitti di coscienza 
e questo rappresenta sempre 
un buon nutrimento per l'arte 
e d'altro lato non presta il fianco alle gragnole 
della stampa borghese e/o neutrale

non è una cattiva idea 
però 
mi vedo già scoprire o immaginare 
nel continente sommerso 
l'esistenza di oppressi e oppressori 
parziali e neutrali 
torturati e carnefici 
ossia la stessa contesa 
cuba sì yankee no 
dei continenti non sommersi

di maniera che 
poiché pare che per me non esista rimedio 
e che sia definitivamente perduto 
per la fruttuosa neutralità 
la cosa più probabile è che io continui a scrivere 
racconti non neutrali 
e poemi e saggi e canzoni e romanzi 
non neutrali 
però avverto che sarà così 
anche quando non tratteranno di torture e carceri 
o di altri temi che sembrano 
risultare insopportabili ai neutrali

sarà così anche quando tratteranno di farfalle e nubi 
e fantasmi e pesciolini

*** Mario BENEDETTI, 1920-2009, poeta e scrittore uruguayano, Sono un caso disperato, in 'sagarana', n. 36, luglio 2009, qui (anche con testo originale), traduzione di Valerio Evangelisti
(*) La Playa Girón è la Baia dei Porci, teatro nel 1961 di una tentata invasione di Cuba da parte di esuli finanziati dagli Stati Uniti; Tlatelolco , o Piazza delle Tre Culture, è una piazza di Città del Messico in cui, nel 1968, le forze di polizia aprirono il fuoco sugli studenti, uccidendone centinaia; Trelew è una città argentina le cui caserme, negli anni '70, durante la dittatura militare, furono famigerati centri di tortura; Cecilia Pando è una nota attivista del movimento argentino dei parenti delle vittime dei "colonnelli"; La Moneda è il palazzo presidenziale cileno in cui, nel 1973, fu assassinato Salvador Allende. 


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