Pagine

domenica 12 febbraio 2017

#MOSQUITO / La coppia Madre-Figlio, il bisogno di un Eros infedele (Carl Gustav Jung)

Non di rado si vede, accanto al figlioletto, una madre che mostra di non desiderare minimamente che egli diventi uomo; instancabile, ansiosa e piena di abnegazione, nulla trascura che possa impedire al figlio di farsi adulto e sposarsi. Il segreto complotto tra madre e figlio, il modo in cui ciascuno aiuta l'altro a ingannare la vita, sono evidenti.

Di chi è la colpa? della madre o del figlio? Probabilmente di entrambi. L'inappagata sete di vita e di mondo del figlio va presa sul serio. Egli vorrebbe cogliere la realtà, abbracciare la terra e fecondarne le zolle ma, non appena presa la rincorsa, si ferma: il segreto ricordo che mondo e felicità possono essere anche ricevuti in dono, e dalla madre, paralizza il suo slancio e la sua perseveranza. La porzione di mondo che egli, come tutti, sempre di nuovo deve affrontare, non è mai quella giusta perché non si dà, non viene incontro, ma resiste, vuol essere conquistata e si sottomette soltanto alla forza. Essa sollecita la virilità dell'uomo, il suo ardore e soprattutto il suo coraggio e la sua risolutezza, chiedendogli di gettare sulla bilancia tutto se stesso. Per questo egli avrebbe bisogno di un Eros infedele, capace di dimenticare la madre e infliggere a se stesso il dolore di abbandonare il primo amore della sua vita. In previsione di questo rischio pericoloso, per proteggerlo dalla minacciosa disgregazione morale che si accompagna all'avventura di vivere, la madre gli ha insegnato con ogni cura le virtù della fedeltà, della dedizione, della lealtà. Egli ha appreso la lezione fin troppo bene, e rimane fedele alla madre, anche se le procura la più profonda ansietà (quando, ad esempio, si rivela, in omaggio a lei, omosessuale) e al tempo stesso un'inconscia, mitica soddisfazione: giacché con il rapporto che ora regna tra loro, si adempie l'archetipo ancestrale e sacrosanto delle nozze tra madre e figlio. Che cosa ha, in definitiva, da offrire la banale realtà con i suoi impiegati, le buste paga, gli affitti, e così via, che sia tale da controbilanciare il mistico fremito dello hieròs gàmos?

*** Carl Gustav JUNG, 1875-1961, medico e psicoanalista svizzero, fondatore della psicologia analitica, Aion: ricerche sul simbolismo del Sé, 1951, in Opere, vol. 9^, Tomo 2, Bollati Boringhieri, Torino.


In Mixtura oltre 50 contributi di Carl Gustav Jung qui

Nessun commento:

Posta un commento