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lunedì 27 febbraio 2017

#LINK / Apolide di sinistra, la gioia (Antonello Caporale)

Sono un migrante della politica, un apolide, un senza casa. Uno di quelli che la società politica non vede più, un elettore poco interessante perché non “moderato” e non di “centro”, il luogo geografico dove si è statuito che ogni contesa si perda o si vinca. Non c’è tornata elettorale senza che debba cercare un rifugio provvisorio oppure vedermi confinato all’astensione.

Perché dovrei essere dispiaciuto della scissione in corso nel Pd? Perché dovrei, io che pure ho votato Romano Prodi, ritenere un incubo e addirittura la fine del mondo quello che sta accadendo? Dovrei lacrimare davanti al “cupio dissolvi”, come scrive da Parigi Enrico Letta? Si spacca il Pd, si riduce la sua forza, si destabilizza il suo potere e io dovrei piangere?

Esulto invece, e ho ottime ragioni dalla mia parte. Sono di sinistra perché credo nel valore intramontabile del diritto alla libertà. Credo all’uguaglianza. Credo nell’umanità e nel dovere che ogni individuo ha di farsi carico, per quel che può, di chi ha meno. Quindi sono e resto di sinistra.

Il Partito democratico ha però rifiutato di rappresentarmi. (...)

*** Antonello CAPORALE, giornalista, La gioia dell'apolide di sinistra, 'ilfattoquotidiano.it', 22 febbraio 2017

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