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martedì 3 gennaio 2017

#PAROLE_DESUETE / Venia (M. Ferrario)

Venia
sostantivo femminile

Dal lat. venia, sentimento benevolo, compiacenza, indulgenza, dalla radice sanscrita van (desiderare, amare, da venerareVenere): favore, grazia (concessa dagli dèi).

Perdono, con riferimento a una colpa abbastanza leggera, a una mancanza lieve, o a un piccolo torto.

Oggi quasi esclusivamente nella locuzione, spesso usata per inciso in un discorso ampio, chiedere venia, domandare scusa (in un linguaggio d'intonazione elevata: chiedere, ottenere, concedere venia; oppure in tono scherzoso: chiedo venia, anche nel significato di grazia.

Piuttosto comune è anche l'aggettivo veniale, nel senso di ciò che merita venia (vedi l'espressione di uso cattolico di "peccati veniali": peccati lievi per cui si può facilmente ottenere il perdono).

Anticamente anche atto formale, penitenza, con cui si domanda perdono.

*** Massimo Ferrario, per Mixtura


In Mixtura archivio di #ParoleDesuete qui

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