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lunedì 9 gennaio 2017

#LINK / 2017, l'anno senza narrazione (Stefano Feltri)

Si avverte un certo senso di vuoto, sfogliando i giornali e guardando i siti di news in questo lento inizio di anno: è scomparsa la narrazione, è finito lo spin, si è incrinato lo storytelling. Senza più Matteo Renzi a ripetere con dedizione da studente coranico quanto sta migliorando l’economia, che boom incredibile di posti di lavoro stiamo osservando, a ricordarci la fenomenale centralità dell’Italia nello scacchiere europeo e che ottimo investimento sia il Monte dei Paschi di Siena, è sceso il silenzio. E giornali e giornalisti, molto più che i loro (ormai pochi) lettori, devono prodursi in uno sforzo da tempo dimenticato, per il quale i muscoli necessari sono da tempo rattrappiti, causa lo scarso utilizzo: pensare da soli, farsi un’opinione del mondo, scegliere in che modo presentare ai lettori quello che succede.

Guarda caso, il dibattito sulla post-verità è arrivato con grande ritardo in Italia, solo quando ha perso forza la “verità unica”, quella decisa a palazzo Chigi e comunicata al popolo direttamente dai cellulari di Matteo Renzi e del suo braccio destro Filippo Sensi, grazie all’amplificazione di troppo ricettivi opinion maker e politici di corte. Ora che la narrazione è finita, si può finalmente ammettere che gran parte di quello che gira su siti, talk show e giornali (per non dire dei siti istituzionali) è soltanto un cumulo di balle. O, per dirla in modo più elegante, il prodotto di una propaganda tanto sofisticata quanto brutale. (...)

*** Stefano FELTRI, giornalista, saggista, vicedirettore di 'Il Fatto Quotidiano', 2017, l'anno senza narrazione, 'ilfattoquotidiano.it', 7 gennaio 2017

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