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mercoledì 30 novembre 2016

#SPILLI / Il 'bigliettino', Renzi e la proposta di riforma costituzionale (M. Ferrario)

Dunque: a questo punto, grazie a un falso coniglio tirato fuori dal cappello a 5 giorni dal voto referendario, il 4 dicembre non si voterà più soltanto sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi, ma anche su un 'bigliettino', mai visto dal cittadino comune, eppure sottoscritto da quattro dirigenti Pd (tra cui l'ex esponente della minoranza Cuperlo). 

Tale bigliettino (non si sa se controfirmato da Renzi, il quale comunque se lo è solo venduto come accordo raggiunto durante l'ultima immancabile Leopolda) verrà sottoposto (pare), dopo il referendum, agli organi del Pd e alle altre forze politiche perché dicano di sì, tra l'altro, alla 'promessa', dentro contenuta, di approvare una legge che consenta ai cittadini di votare i consiglieri regionali da eleggere per il nuovo Senato. 
"Campa cavallo", direbbe la nonna. Ma sarebbe senz'altro volgare e irrispettosa: verso i quattro stimabili signori del patto privato, verso tutte le forze politiche che saranno coinvolte nell'analisi del bigliettino e nella sua (eventuale, possibile) declinazione in proposta di legge, nonché, ancor più, verso la materia delicata della Costituzione che, come continuiamo a vedere, viene appunto tanto delicatamente affrontata dai rottamatori attuali.

Al di là del futuro tutto da definire, resta certo che questa promessa, contenuta nel bigliettino firmato dai quattro signori in un libero patto privato, non è propriamente in linea con la proposta di riforma costituzionale, già approvata in Parlamento e ora sottoposta al voto dei cittadini.
La suddetta proposta, infatti, prevede espressamente all'art 57, come a suo tempo peraltro ripetutamente vantato dai promotori, che «i Consigli Regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori fra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori». 
Cioè (almeno per chi capisce l'italiano): i cittadini non eleggeranno più direttamente i futuri senatori (come oggi avviene), ma i senatori verranno eletti dai consiglieri regionali.

Invece, questo evidente contrasto fra bigliettino e proposta di riforma, almeno per Renzi firmatario della proposta stessa, non esiste e chi ne solleva la presenza viene accusato di dire il falso: i cittadini, secondo il bigliettino ormai da considerare parte integrante dell'oggetto del referendum costituzionale, se voteranno Sì e riusciranno a far 'passare' la riforma, devono sapere che potranno continuare a eleggere i senatori come oggi. 
In base al bigliettino, naturalmente, perché la proposta di riforma afferma invece che saranno i consiglieri regionali a eleggere i senatori.

Tutto chiaro?
Certamente. E' nella linea della riforma costituzionale chiarire, semplificare, snellire. E dunque affiancare il valore di un bigliettino privato al valore di una legge che, se approvata, avrà forza costituzionale un po' superiore a un patto tra privati, è cosa più che ammissibile: ce lo dice Renzi. 
Il bigliettino è un impegno: e come si può non credere a un impegno?
E poi è un impegno di Renzi. E di Renzi c'è da fidarsi.

Vero. 
C'è da fidarsi.
Come quando diceva che mai sarebbe andato al governo senza passare dalle urne.
E come quando diceva al suo predecessore di 'stare sereno' perché mai gli avrebbe soffiato il posto.

*** Massimo Ferrario, Il 'bigliettino', Renzi, la proposta di riforma costituzionale, per Mixtura

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