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mercoledì 19 ottobre 2016

#SENZA_TAGLI / Digitali, avanzano (Domenico De Masi)

Microsoft è del 1975, il Web è del 1991, Google è del 1997, Facebook del 2004, Twitter del 2006. Dunque, oggi, chi è nato con Microsoft ha 41 anni, chi è nato con il Web ne ha 25, chi è nato con Google ne ha 19, chi è nato con Facebook ne ha 12, chi è nato con Twitter ne ha 10. Praticamente siamo in mezzo al guado, tra un passato, appannaggio degli “analogici”, e un futuro, appannaggio dei “digitali”.

L’azienda Sharp ha avuto la buona idea di fotografare, come nel fotogramma di un film, a che punto è l’avanzata delle nuove tecnologie nel mondo degli impiegati d’ufficio incaricando la Censuswide di intervistarne 6.000 in nove Paesi europei, compresa l’Italia. I problemi esplorati riguardano l’uso delle tecnologie, il tempo che esse fanno perdere o guadagnare, la loro incidenza sulla produttività, sulla motivazione, sulla collaborazione, sulla sicurezza dei dati.

I risultati quantificano sia il ritardo culturale di molti impiegati che stentano a utilizzare le nuove tecnologie, sia il ritardo tecnologico e organizzativo di molte aziende che si ostinano a impiegare tecnologie obsolete e procedure antiquate.

Solo il 47% degli impiegati italiani (contro il 67% degli altri europei) ritiene che il suo posto di lavoro sia dotato di tecnologie di ultima generazione. Se gli uffici avessero tecnologie aggiornate, il 68% degli italiani (contro il 53% degli altri) dichiara che si sentirebbe più produttivo; il 46% degli italiani (contro il 34% degli altri) si sentirebbe più motivato; il 40% degli italiani (contro il 28 % degli altri) avrebbe più tempo per proporre nuove idee.

Alla fine dei conti, ogni anno si perdono 27 giorni di lavoro a causa della tecnologia obsoleta. Per supplire ai ritardi tecnologici della propria azienda, il 53% degli italiani intervistati (contro il 39% degli altri europei) finisce per usare anche in ufficio dispositivi personali come il Pc e il cellulare.

D’altra parte, il 30% di tutti gli intervistati riconosce che non è in grado di utilizzare la tecnologia che dovrebbe sapere usare. Il 42% degli italiani (contro il 25% degli altri europei) denunzia che i propri colleghi non sanno utilizzare stampanti, scanner e dispositivi audio-video.

Rispetto ai colleghi europei, gli italiani si sentono più sicuri nel praticare operazioni semplici come sostituire il toner o caricare la carta della stampante, ma si confessano molto meno sicuri nel compiere funzioni complesse come configurare i dispositivi audio-video di una sala riunioni o gestire una riunione a distanza con la condivisione di documenti sullo schermo.

Parimenti numerose e diffuse (circa il 40% sia in Italia che nel resto d’Europa) sono le cattive abitudini come dimenticare le password, non condividere informazioni importanti, parlare sovrapponendosi l’un l’altro durante le riunioni.

Ciò nonostante il 70% di tutti gli intervistati è consapevole che le tecnologie offerte dal progresso sono in grado di facilitare la condivisione di idee e di informazioni e, quindi la collaborazione tra colleghi sia nel proprio ufficio, sia in altre aree del business, sia da remoto.

*** Domenico DE MASI, sociologo e saggista, professore emerito di Sociologia del Lavoro Università “La Sapienza” di Roma, L'avanzata dei digitali, 'linkedin.com/pulse', 17 ottobre 2016, qui


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