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giovedì 1 settembre 2016

#SPILLI / 'Fertility Day', un insulto (M. Ferrario)


Il Ministro della Salute ha lanciato per il 22 settembre il Fertility Day.

Al di là dell'ennesimo inutile inglesismo con cui ormai anche l'ultimo beota crede di darsi un tono, la campagna, come commenta Roberto Saviano, è un insulto («a tutti: a chi non riesce a procreare e a chi vorrebbe ma non ha lavoro.» (twitter, 31 agosto 2016).
E mentre la volgarità estetica degli spot può essere un dato soggettivo, questo giudizio, che condivido pienamente, è un dato oggettivo.

Sempre Roberto Saviano, su 'facebook' del 31 agosto, aggiunge, analizzando le 4 immagini della campagna:
«
1) "La bellezza non ha età, la fertilità sì"
Vuol dire, semplicemente, affrettatevi a fare figli: non avete un lavoro stabile? Che importa. Non siete certi che il vostro partner sia quello giusto? Mio Dio quanti problemi vi fate. Forza, procreate, fatelo a cuor leggero, ché dove mangiano due mangiano tre.
2) "La fertilità è un bene comune"
Non lo è. Non è come l'acqua. La fertilità è una caratteristica fisica individuale. Il Ministero della Salute dovrebbe fare ricerca e rendere accessibile la procreazione per quelle coppie affette da sterilità e non invitare genericamente a fare figli. Research&development dovrebbe essere la tendenza e invece questi ci riportano al Medioevo.
3) "Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi"
Da ovazione, in un Paese con il tasso di disoccupazione come quello italiano, dove chi ha talento, ambizioni e speranze emigra; dove chi non ha la solidità economica di un famiglia che possa garantire studi e accesso alla professione, lascia il Paese, sembra una presa in giro. Immagino che tutti i neogenitori quarantenni avrebbero voluto avere figli a venticinque anni, ma magari al tempo si stavano facendo le ossa, stavano lavorando gratis per qualche azienda, stavano forse trovando difficoltà a entrare nel mondo del lavoro e quindi, responsabilmente (loro sì, per fortuna) avranno pensato che per un figlio ci sarebbe stato tempo.
(e ultimo, tiriamo un sospiro di sollievo)
4) "La Costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile"
Dove in rosso, evidenziato, non trovate "cosciente e responsabile", ma "procreazione". Per i nostalgici, un tuffo nel passato.
»
La ministra Beatrice Lorenzin si difende: "volevamo solo informare". 
Diciamo allora che la signora non sa cos'è informazione. 
E che confonde informazione con propaganda. 
In linea peraltro con il governo attuale. 
E con i suoi vecchi e nuovi imbonitori. Che hanno accompagnato e accompagnano la sua carriera politica. Felice per lei e infelice per noi.

*** Massimo Ferrario, per Mixtura (ampliamento di un mio post su 'facebook', 1 settembre 2016, qui

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