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martedì 23 agosto 2016

#SGUARDI POIETICI / Libro (Vincenzo Ananìa)

Al detenuto hanno donato un libro. 
Letto e riletto continua a leggerlo 
sulla parete che gli spetta trascrive 
le parole che ignora. Non gli importa 
saperle: che la guardia non capisca. 

Di notte le ripete a voce alta 
e il pavimento si dilata 
in una piazza ventilata dove i figli 
ridendo acchiappano le oscure 
parole volteggianti 
riconoscono voce e odore 
ne fanno un motivetto rap - 
la moglie ha un intimo tepore. 

Passa la ronda sbattono le chiavi 
lui sillaba a fior di labbra. 

Libero comprerà un vocabolario. 

*** Vincenzo ANANÌA, 1940-2013, ex magistrato, poeta, editore e direttore della rivista di poesia internazionale ‘Pagine’ e della casa editrice Zone, Libro, citato in ‘sagarana’, n. 12, luglio 2003, qui

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