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giovedì 18 agosto 2016

#LINK / Visibilità, il paradosso (Annamaria Testa)

Con un paradosso delle visibilità stiamo facendo i conti tutti noi, di questi tempi.
Succede infatti che sia i media classici, sia i social media conferiscano una gigantesca visibilità a persone, fatti, organizzazioni deplorevoli. Anzi: più le persone sono orribili e i fatti sono atroci e spaventosi, più ampiamente vengono ripresi, rappresentati, raccontati, commentati, in un turbine tossico e senza fine. Tutto ciò ci appare giustificato: lo sdegno, la condanna, lo stigma e la narrazione infinita dell’orrore sono legittimi, doverosi e virtuosi, no?
Eppure.
Eppure l’automatismo mediatico, ben noto a chiunque legga giornali, guardi la tv o navighi in rete, per il quale ogni orrore viene amplificato a dismisura genera, appunto, un paradosso della visibilità di cui ormai è diventato urgente e necessario rendersi conto. E da cui varrebbe la pena di uscire.
Vediamo nel dettaglio come funziona ‘sta cosa. (...)

*** Annamaria TESTA, pubblicitaria, saggista, Paradosso della visibilità: come i media premiano chi deplorano, 'nuovoeutule', 31 luglio 2016

LINK articolo integrale qui


(immagine di Tommy Ingberg)

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