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venerdì 5 agosto 2016

#LINK / Terrorismo, la rivolta generazionale (Ilvo Diamanti)

(...) Gli attentatori sono, infatti, giovani, se non giovanissimi, spesso di origine maghrebina. Ma “francesi”, perché nati e cresciuti in Francia. Non sempre e non necessariamente nelle banlieue. Infatti, come ha osservato lo stesso Koshrokhavar, l’Islam radicale ha attecchito anche fra i giovani musulmani delle classi medie. Olivier Roy, anch’egli sociologo, presso l’Istituto Universitario Europeo di Firenze, parla di una generazione perduta e sperduta. Alla ricerca di un’identità che la società e per prima la famiglia non sono state in grado di fornire loro.

Così, il richiamo all’Islam, alla religione della tradizione, diventa una mappa per ritrovare la strada. “Una” strada. Solo che non si tratta dell’Islam “coltivato” dai genitori. Integrato e moderato. Ma dell’Islam mitico, delle origini. L’Islam radicale, predicato da imam “estremisti”. Offre loro motivo e riferimenti per realizzarsi. “Contro” i genitori. Il terrorismo francese, secondo Roy, più che una guerra di civiltà diventa, così, una rivolta generazionale. Perché, osserva Roy, i giovani terroristi sono tutti francesi di seconda generazione. Hanno studiato in Francia, in mezzo ad altri giovani francesi, di cui condividono la lingua, luoghi e stili di vita. Ma sono afflitti da un’identità incompiuta. “Marginale”. Non si sentono e non vengono sentiti francesi. E lo stesso avviene nei Paesi d’origine. In cui non si riconoscono. Dove non vengono riconosciuti. Così vivono in una condizione di non-identità. A differenza dei genitori, che hanno cercato, da sempre, il riconoscimento nel Paese dove sono “migrati”. Il rapporto dei giovani con i genitori si traduce, così, in una rottura, anzitutto, religiosa. E l’Islam radicale diventa il segno, il mezzo per combattere la loro “rivolta generazionale”. Che è, anche, culturale. Sociale. Una rivolta sanguinosa. Perché i giovani francesi di origine maghrebina uccidono i genitori metaforicamente. Di fatto, uccidono persone che non hanno altra colpa se non di essere “francesi”. Occidentali. E se sono, a loro volta, arabi e islamici, non è un problema. Al contrario. Per loro, il problema è l’integrazione degli arabi. E attraverso la versione estrema dell’Islam cercano una risposta all’assenza di riferimenti di valore, al “nichilismo radicale” che li affligge.

Difficile non pensare alla distanza dai “nostri” giovani. Italiani. (...)

*** Ilvo DIAMANTI, sociologo, saggista, La rivolta generazionale che alimenta il terrorismo, 'la Repubblica', 4 agosto 2016

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