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venerdì 19 agosto 2016

#LINK / Libertà di scelta, poca (Oliver Burkeman)

Un ottimo modo per mettere fine a una cena, se è tardi e volete che i vostri ospiti se ne vadano, è sollevare la questione filosofica del libero arbitrio. Ce l’abbiamo veramente? Sembra proprio di sì.

Supponiamo che io sia al supermercato e stia per prendere un vasetto di marmellata di ribes; di sicuro posso cambiare idea e decidere di prendere quella di albicocche. Eppure certi filosofi dicono di no. In fondo, tutte le molecole dell’universo, comprese quelle che compongono il mio corpo e il mio cervello, sono soggette alle leggi della fisica. A causa B e B causa C in modo prevedibile (con un pizzico di casualità dovuta alla meccanica quantistica).

Vista così, la mia scelta della marmellata arriva alla fine di una lunga catena di cause e di effetti cominciati migliaia di anni fa. Fin dal momento del big bang si poteva prevedere che avrei scelto il ribes.

Una soluzione meno inquietante - È un’idea abbastanza sconvolgente, quindi in genere si tende a respingerla o, nel caso della cena, a ricordarsi improvvisamente che domattina ci si deve alzare presto. Ma mentre i filosofi discutono per stabilire se tutto è veramente predeterminato, gli psicologi hanno trovato una soluzione un po’ meno inquietante: noi non prendiamo in modo autonomo una buona percentuale delle nostre decisioni.

Nel suo nuovo libro, Invisible influence, Jonah Berger sostiene che il 99,9 per cento delle nostre scelte è condizionato in modo significativo da forze esterne di cui non siamo consapevoli. Scegliamo brani musicali e romanzi, vestiti e mestieri, perché lo ha fatto qualcun altro. Oppure scegliamo di fare l’opposto per dimostrare che non siamo come loro: fenomeno che gli esperti di marketing chiamano “effetto snobismo”. (...)

*** Oliver BURKEMAN, giornalista e saggista britannico, Forse le nostre scelte sono meno libere di quanto pensiamo, 'internazionale.it', 16 agosto 2016

LINK articolo integrale qui

(Getty Images)

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