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giovedì 21 luglio 2016

#QUARTAdiCOPERTINA / La vedova, di Fiona Barton

Fiona BARTON, "La vedova"
Einaudi, 2016
pagine 372, € 18,50, ebook € 9,99

Testo di presentazione dell'Editore - Citazioni a cura di Mixtura

Lo hanno visto tutti, il mostro, sbattuto in tv e sulle prime pagine dei giornali. Era accusato di un crimine raccapricciante, ma adesso che è morto, la verità finirà sepolta con lui. A meno che Jean, la vedova, la moglie devota che gli è sempre stata a fianco in tribunale, non si decida a parlare. A meno che Jean alla fine non decida di raccontare la sua storia.

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Del resto, pensò Sparkes, nessun mostro sembra mai un mostro. Speri sempre di scorgere in loro quel barlume di malvagità che potrebbe renderti il lavoro decisamente piú facile, ma il male è una sostanza viscida: puoi al massimo intravederlo di sfuggita, il che lo rende ancora piú detestabile. (Fiona Barton, "La vedova", Einaudi, 2016)

Come Ian Brady e Myra Hindley, o come i coniugi West. Ho studiato i loro casi all’università. Coppie che finiscono per condividere una psicosi o una forma di delirio, perché uno dei due soggetti predomina sull’altro. Credono di avere il diritto di fare certe cose, per esempio. Aderiscono a un sistema di valori che nessun altro, al di fuori della coppia, considera accettabile. (Fiona Barton, "La vedova", Einaudi, 2016)

– Ma è davvero possibile una cosa del genere? Una persona può credere che il nero sia bianco? – chiese Salmond. La mente umana è uno strumento potentissimo, pensò Sparkes, ma sembrava una frase troppo banale per dirla a voce alta. (Fiona Barton, "La vedova", Einaudi, 2016)
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