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domenica 19 giugno 2016

#MOSQUITO / Riforma Costituzionale, e legittimità del Parlamento (Gustavo Zagrebelsky)

Diranno: ma la riforma è pur stata approvata dal Parlamento, l’organo della democrazia.
Ma noi diciamo: quale Parlamento? Il Parlamento illegittimo, eletto con una legge elettorale obbrobriosa, dichiarata incostituzionale, per l’appunto, perché antidemocratica (deputati e senatori nominati e non eletti; premio di maggioranza abnorme che ha scollato gli eletti dagli elettori). 
La Corte costituzionale ha bollato quell’elezione come una specie di golpe elettorale, per avere “rotto il rapporto di rappresentanza” (testuale). È vero che la Corte aggiunse che, per l’esigenza di continuità costituzionale, le Camere così elette non sarebbero decadute immediatamente. Ma è chiaro a tutti coloro che hanno ancora un’idea seppur minima di democrazia che da quella sentenza si sarebbe dovuto procedere tempestivamente, per mezzo di una nuova legge elettorale conforme alla Costituzione, a nuove elezioni, per ristabilire il rapporto di rappresentanza. Come minimo, ci si sarebbe aspettati un poco d’umiltà politica da parte di chi sa di essere seduto abusivamente in un posto che non gli spetta, in attesa dell’arrivo di chi ne avrebbe il diritto. Invece, addirittura della riforma costituzionale si sono sentiti investiti: nuovi costituenti! 
È vero che, scandalosamente, anche da parte delle più alte autorità della Repubblica, dell’informazione e di non poca “dottrina” costituzionalistica si fa finta che non esista una questione di legittimità che getta un’ombra su tutta questa vicenda, tanto più in quanto, se non vi fosse stato l’incostituzionale premio di maggioranza, sarebbero mancati i numeri necessari per portarla a compimento. Onde si può dire che la riforma è frutto d’un furto di democrazia.

*** Gustavo ZAGREBELSKY, presidente emerito della Corte Costituzionale, costituzionalista, saggista, (con Maurizio Pallante), Loro diranno, noi diciamo. Vademecum sulle riforme istituzionali, Laterza, 2016


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