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giovedì 25 febbraio 2016

#MOSQUITO / Decidere, cosa si perde se non c’è tempo da perdere (Philip G. Clampitt e Robert J. DeKoch)

Pensiamo a queste frasi: «Non abbiamo tempo da perdere in discussioni; dobbiamo prendere una decisione». «Se perdiamo altro tempo, ci lasceremo sfuggire anche l’opportunità che abbiamo già individuato». 
Usare frasi del genere vuol dire far schioccare la frusta per mantenere la discussione entro un binario ben preciso. Sono come dei promemoria che invitano a tenere i paraocchi per non farsi distrarre. 
Ma se non ci trovassimo a una corsa di cavalli? Imbrigliare una discussione che va a ruota libera è davvero una cosa dannosa? Certo che sì! Discutere col freno tirato rallenta la creatività dei partecipanti. Le opzioni non vengono prese in considerazione e i dubbi non vengono espressi. Il risultato è la creazione di una certezza artificiale.
In alcuni casi, le persone utilizzano le scadenze come un modo per impadronirsi del potere e del controllo. 

*** Philip G. CLAMPITT, statunitense, specializzato in comunicazione organizzativa e docente all’università del Wisconsin, e Robert J. DEKOCH, statunitense, Chief Operating Officer presso un’importante azienda del settore edilizio e della consulenza, Accogliere l’incertezza, 2001, Guerini, Milano, 2003

2 commenti:

  1. «Non abbiamo tempo da perdere in discussioni; dobbiamo prendere una decisione». Lo dice di solito il "conducator" della riunione che di norma fa parte delle "persone che utilizzano le scadenze come un modo per impadronirsi del potere e del controllo." Piú spesso per conservarlo,il potere.

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  2. E quando il fine è (solo) conservare il potere, prima o poi lo si perde.
    Il che tuttavia è solo apparentemente consolante.
    Perché dipende da quando arriva il poi.
    Che comunque in genere arriva dopo troppi danni fatti prima.
    In azienda e fuori.

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