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sabato 6 febbraio 2016

#FAVOLE & RACCONTI / Lei, la barca, il poliziotto (M. Ferrario)

Una  coppia va in vacanza su un lago.
Lui ama pescare all’alba e lei adora la lettura. 

Una mattina, lui torna dopo alcune ore di pesca e decide di sdraiarsi per schiacciare un pisolino. 
Benché il lago non le sia familiare, lei decide di uscire in barca. 
Rema un po’, àncora la barca e ricomincia a leggere il suo libro.
E' un romanzo avvincente. E poi nulla di meglio del farsi cullare dal lento dondolio sull'acqua: clima ovattato, sole tiepido, silenzio.

Dopo un po’ compare in lontananza un piccolo motoscafo. 
La donna, intenta nella lettura, prima non se ne accorge, poi avverte il rumore del motore.
Tenta di non farsi distrarre, cercando di concentrarsi sempre più sulle pagine del libro. 
E’ infastidita: si è rotta la magia del momento.

Il motoscafo è ormai a pochi metri: il motore è al minimo e borbotta. 
La donna alza gli occhi: a bordo del motoscafo, ritto a prua, c’è un poliziotto. 
Ha lo sguardo severo, puntato sulla donna. 

«Buongiorno, signora. Cosa sta facendo?» 
«Leggo!» risponde lei, pensando che dovrebbe essere evidente; e gli sventola davanti il libro che tiene in mano. 
«Si trova in un’area di divieto di pesca!»
«E allora?».
«Non può».
«Come non posso… Io non sto pescando! Non lo vede?»
« Mi spiace, ma la dovrò multare.»
«Sta scherzando?»
«No signora, è la legge.»
«Scusi ma non capisco. Le ripeto che io sto leggendo e non sto pescando. E questo è un libro, non una canna da pesca».

Il poliziotto ha lo sguardo fisso sul fondo della barca della donna, verso poppa.
Le indica qualcosa.
«Non vede?»
La donna segue l'indicazione del poliziotto: sul fondo della barca, verso poppa: c'è tutta l'attrezzatura per pescare usata dal marito.
«E allora?», chiede la donna.
«Non sono canne da pesca?»
«Sì. Le usa mio marito. E' uscito sul lago all'alba. Lui va in una zona dove la pesca non è proibita. Rientrando stamattina mi ha lasciato la barca perché potessi scegliermi il punto del lago che più mi piacesse e starmene tranquilla a leggere. Non capisco cosa c'entrino le canne da pesca di mio marito con la multa che vuole fare a me. Io, almeno fino a che non è venuto lei a rompere la mia serenità, mi stavo gustando un romanzo. E non so neppure come si tiene in mano una canna da pesca».

Il poliziotto vuole concludere.
«E’ vero, signora. Non stava pescando, ma ha con sé tutto quello che serve per farlo. Se mi dà il suo nome, per favore, le faccio il verbale. Due minuti e me ne vado. E lei può rimettersi a leggere…».
La donna non crede a quel che sente: vorrebbe infuriarsi, ma riesce a trattenersi.
Si passa una mano tra i capelli, come per ricomporsi.
«Ok. Allora proceda». 

L’uomo è soddisfatto.
Pensa che finalmente la donna stia capendo. 

Dopo un attimo di silenzio, lei riprende.
«Prima però mi esibisca il tesserino». 
Lui comincia a spazientirsi.
«Ma sono un poliziotto, signora, non vede la divisa?»
«Certo. Ma voglio vedere il suo nome sul tesserino».
«Il mio nome?». 
«Già: il suo nome. Ne ho bisogno. Per denunciarla.»

Il poliziotto è sbigottito. 
«Mi denuncia? Ma sta scherzando? E per cosa mi denuncia?».
La donna gli esibisce un sorriso a denti scoperti.
«Per violenza carnale.»
Lui non crede alle sue orecchie: la penna gli cade dal taccuino.
«Mi denuncia per violenza carnale? Ma è impazzita?».
«No. Sono sanissima. Almeno quanto lei crede di essere sano».
Il poliziotto è esterrefatto.
«Ma se non l’ho neppure toccata…»

La donna annuisce: «E’ vero. Non mi ha neppure toccata.»
«E allora, di quale violenza carnale sta parlando?».
«Di quella che potrebbe farmi. Ha con sé tutto l’occorrente.»

*** Massimo Ferrario, Lei, la barca, il poliziotto, 2013-2016 - Riscrittura di una storiella famosa diffusa in internet.

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