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martedì 15 dicembre 2015

#MOSQUITO / Glaciazioni, il futuro dell'uomo (Henning Mankell)

Le glaciazioni possono essere misurate studiando la quantità d’acqua imprigionata nel ghiaccio terrestre durante le varie fasi temporali. Oggi si può stabilire con grande precisione quando si verificheranno le prossime glaciazioni, quanto dureranno e che tipo di clima ci sarà tra l’una e l’altra. Tra circa cinquemila anni le Alpi scandinave saranno ricoperte di ghiaccio permanente. La crosta terrestre sarà premuta verso il basso di trecento metri, il che a sua volta comporterà un abbassamento del livello dei mari di una misura compresa tra i cinque e i cinquanta metri. Quasi tutti i nostri arcipelaghi scompariranno per non riemergere mai più. Dopo questa glaciazione ci sarà un periodo caratterizzato da un clima un po’ più mite, ma a quel punto difficilmente in Svezia abiteranno degli esseri umani, perché farà troppo freddo. Una nuova glaciazione avrà il suo culmine tra circa ventimila anni. Il ghiaccio raggiungerà uno spessore di millecinquecento metri. Seguirà una fase più calda e gli scienziati ritengono che il clima sarà paragonabile a quello odierno della Groenlandia. Nelle zone della Svezia non coperte dal ghiaccio la terra sarà perennemente congelata e quindi incoltivabile. Forse gruppi di cacciatori e pescatori si sposteranno lungo l’attuale costa meridionale e occidentale del Paese, ma per il resto il Paese sarà deserto. La glaciazione più violenta raggiungerà il suo apice tra sessantamila anni circa. La coltre di ghiaccio su Stoccolma potrà a quel punto avere uno spessore di duemilacinquecento metri. Quando, piano piano, il ghiaccio si scioglierà, il livello del mare salirà fino a trovarsi cento metri al di sopra dell’attuale livello massimo di marea. Poi il clima tornerà a essere più caldo. Di qui a centoventimila anni sarà forse simile a quello di oggi. Con questi cicli, dunque, le glaciazioni si avvicenderanno otto o nove volte prima che la pericolosità delle scorie [nucleari] che abbiamo nascosto nella roccia primaria si sia esaurita. (...) 

Dopo questa lunga serie di glaciazioni, se ci sarà ancora, l’essere umano si troverà in una fase in cui tutto ricomincerà dall’inizio. Torneremo a essere nomadi, cacciatori, pescatori e raccoglitori. Non possiamo sapere se il cervello di questi esseri umani avrà subito delle modifiche rispetto a quelli delle epoche storiche precedenti, ma le conoscenze coltivate dalla specie saranno state spazzate via. Se un cellulare o un computer sarà sopravvissuto, sarà comunque qualcosa di incomprensibile. Forse un oggetto caduto da un pianeta sconosciuto dell’universo? Oppure scivolato dalle mani di divinità ignote? Quando scoppierà un tuono, forse sarà di nuovo ricondotto a un dio che viaggia a bordo del suo carro brandendo un martello. Probabilmente non si chiamerà Thor, ma avrà un altro nome. Antichi miti, però, si ricreeranno, non per imitazione, ma come qualcosa di mai esistito prima, dato che non esisteranno ricordi delle epoche passate. Il tempo stesso avrà perso la memoria. Ma quello che dico non è del tutto esatto. Qualcosa resterà dopo la scomparsa della nostra civiltà. Una o più discariche sotterranee.

*** Henning MANKELL, 1948-2015, scrittore svedese, Sabbie mobili. L'arte di sopravvivere, Marsilio, 2015

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