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lunedì 16 novembre 2015

#SGUARDI POIETICI / Nella radice guizza la forza (Miklós Radnóti)

Nella radice guizza la forza,
beve la pioggia, vive di terra
e il suo sogno è bianco, di neve.

Di sotto terra urge alla superficie,
si arrampica ed è furba,
ha le braccia come funi.

Sulle sue braccia dorme il verme,
ai piedi della radice siede il verme,
il mondo si vermifica.

Ma la radice continua a vivere sotterra,
non si cura del mondo,
solo dei suoi rami frondosi.

Lei li ammira, li nutre,
sapori buoni gli invia,
sapori dolci, celestiali.

Sono anch’io una radice, adesso,
vivo tra vermi, io,
e qui preparo questa poesia.

Ero fiore, sono diventato radice,
buia e pesante la terra su di me,
la mia sorte è compiuta,
una sega piange sulla mia testa.

*** Miklós Radnóti, 1909-1944, poeta ungherese, Nella radice guizza la forza, Lager Heideman, Zagubica, 8 agosto 1944, traduzione di Edith Bruck, da Miklós Radnóti, Mi capirebbero le scimmie, a cura di Edith Bruck, Donzelli, 2009, in ‘La poesia che serve’, 29 novembre 2012, http://bit.ly/1wmkSRs.  Questa poesia è stata trovata nella tasca dell’impermeabile di Radnóti quando nel 1946, dopo che i suoi resti furono riesumati dalla fossa comune ad Abda, vicino al confine con l’Austria, Radnóti ricevette finalmente una degna sepoltura.

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