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domenica 22 novembre 2015

#SENZA_TAGLI / Facebook e calunnie (Jacopo Fo)

Stavo in macchina con mia figlia Jaele e lei mi dice: “Mi è arrivata una mail con l’ultima di Salvini” e mi legge un testo nel quale attacca mio padre dicendo che lo denuncerà per aver detto che i leghisti sono ignoranti e che Dario non capisce nulla anche se ha preso l’Oscar e che comunque andrà a vedere i suoi film perché gli piacciono. Resto perplesso: un tentativo di Salvini di fare lo spiritoso sprezzante? Oppure è veramente così fuso da non distinguere il Nobel dall’Oscar?

Dopo pochi minuti Jaele, che continua a smanettare col cellulare, mi ragguaglia: “Salvini ha tolto quel post, adesso sulla sua pagina ce n’è un altro… E mi legge un testo offeso ma non delirante.
Mi chiedo: Matteo si è accorto di aver scritto una cavolata pazzesca? Poi penso a un collaboratore idiota che ha pubblicato un post troppo stupido subito bloccato… 
Tornato a casa mia moglie Eleonora mi spiega: “È un post falso, pubblicato da un sito che prende in giro Salvini… Poi qualcuno ha fatto un fotomontaggio usando la home di Salvini e l’ha mandato in giro”.
Ah beh…

Sono a favore della satira, ma in questo caso la trovo sbagliata perché non si capiva che era un falso e molti hanno creduto che Salvini avesse realmente scritto quelle idiozie, come dimostra il bailamme che si è scatenato in rete. Cioè, siamo di fronte a un attacco a Salvini che si basa sulla calunnia e gli è stato fatto un danno ingiusto: la maggioranza delle persone raggiunte continuerà a credere che realmente Matteo sia uno stupido al quadrato sulla base di un testo che lui non ha mai scritto.

Io credo che Salvini dica sciocchezze a sufficienza per attaccarlo senza calunniarlo. È che calunniare gli avversari sia un’azione violenta, da stadio.
I problemi che abbiamo di fronte sono il terrorismo e il razzismo, che sono le famose due facce della stessa medaglia. Se vogliamo vincere questa guerra dobbiamo innanzi tutto valorizzare il nostro spirito pacifista e quindi rinunciare a qualunque forma di violenza, anche verbale; e calunniare è una forma di violenza.

Mia madre mi ha dato spesso esempio di questa correttezza verso l’avversario. Lei aveva una passione per il poker, che giocava in modo morigerato, e una sera si trovò in casa di una sua amica dove c’era gente dell’ambiente della moda. Andando in bagno ascoltò di sfuggita un brandello di discorso tra due modelle. Capì solo poche parole: il nome di un ministro democristiano, Città del Messico, hotel e trappolone con una bonissima. Il giorno dopo telefonò alla segreteria di questo ministro e lasciò un messaggio: “…Se il Ministro sta per andare a Città del Messico mi telefoni subito perché deve sapere assolutamente una cosa”.

Passarono neanche cinque minuti e chiama il ministro: “Signora Rame, come fa a sapere che devo andare a Città del Messico? È un viaggio riservato del quale non sa niente nessuno…”. Allora mia madre gli dice: “Guardi, l’ho saputo per caso, comunque la cosa importante è che se lei in hotel incontra una ragazza bellissima che la invita a salire in camera sua non ci vada perché rischia di trovarsi a essere ripreso da telecamere nascoste”.

Passano cinque giorni e il ministro ritelefona a mia madre: “Signora, la devo ringraziare perché in effetti è andata come diceva lei… Ma volevo chiederle, come mai lei che è comunista ha deciso di proteggere me che sono democristiano?”.
E mia madre: “Perché era un modo sporco, disonesto di attaccarla. Queste cose non mi piacciono”.

Tanto per rendere l’idea di che pasta fosse fatta mia madre, non ha mai voluto dire, neanche a me, chi fosse questo ministro. È un segreto che si è portata nella tomba. Quel che so è che ogni anno, a Natale, arrivava per mia madre un enorme cesto con fiori e dolciumi, anonimo.

Ma c’è un’altra questione che dovrebbe indurre a non utilizzare metodi violenti. Sono controproducenti: il falso post fa arrabbiare chi già odia Salvini ma non è certo utile per togliergli il sostegno della base leghista.

Mi spiego con un altro aneddoto. Quando mia madre era al Senato si accorse che un leader leghista, di quelli famosi per le sparate più becere e razziste, era in realtà di una bravura pazzesca quando gli capitava di presiedere le assemblee del Senato. Mia madre era una tipa molto spiccia e quindi andò da lui e gli disse: “Senta, da come presiede le assemblee, vedo che lei è una persona molto abile e intelligente ed è pure corretto… Mi spiega allora perché fa delle dichiarazioni così imbecilli? Non può essere che lei pensi veramente quel che dice!”.
E lui: “Vede, signora Rame, se in televisione dico cose intelligenti nessuno se ne accorge. Se invece sparo una cazzata ho le prime pagine di tutti i giornali…”. Quindi c’è da chiedersi: il bailamme scatenato dal falso post di Salvini contro mio padre lo ha danneggiato oppure lo ha rafforzato? 

Durante l’era Berlusconi molti si accanivano sulle sue intemperanze sessuali convinti di danneggiarlo. Invece molti elettori lo apprezzavano proprio perché era un vero uomo e faceva quel che loro avrebbero fatto al suo posto. Fummo in pochi ad attaccarlo su alcune questioni che lo avrebbero danneggiato veramente come il fatto che Mediaset ha canali porno e che la Mondadori ha le mani in pasta nei casinò on line…

(So il nome del sopraccitato leader leghista ma non ve lo dico. Sarebbe scorretto, era una dichiarazione confidenziale.)
Ps. A proposito di deformazioni della realtà il discorso di Dario sui leghisti era un po’ più ampio di come è venuto fuori nelle sintesi. Vedi qui l’intervista per esteso.

*** Jacopo FO, Facebook e calunnie – Io difendo Salvini: il post contro mio padre è un falso, blog 'ilfattoquotidiano.it', 21 novembre 2015.

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