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venerdì 13 novembre 2015

#MOSQUITO / Paesi, l'anima (Tahar Ben Jelloun)

L’anima è qualcosa che non si vede, non si tocca, ma che si percepisce senza poterlo spiegare né descrivere. È uno stato che ci svela a noi stessi in situazioni fortemente emotive o che risveglia nel nostro intimo frammenti di una memoria lontana. È ciò che persiste e resiste al tempo, soprattutto quando anche la memoria collettiva se ne nutre.
Ci sono paesi che ci incantano e altri che ci maltrattano o sono una pena per gli occhi e ci danno l’ emicrania, dipende dalla nostra disposizione ad accogliere quello che ci viene presentato. Impossibile restare indifferenti alla scoperta di un paese. Quando poi si tratta del paese natale, la posta in gioco è molto alta perché bisogna andare oltre e scoprire quanto siamo coinvolti, quanto le nostre radici fanno parte della terra e del suo potenziale.
L’anima non si dà, non si concede, non svela niente della sua intimità.È in noi o non è. Un paese è ciò che siamo nel momento in cui lo visitiamo. Nessuno è capace di catturare tutta la ricchezza, tutte le complessità, le contraddizioni di un territorio popolato da gente di cui non parla la lingua e che conosce solo di fama o grazie ai libri.
In francese esiste un’espressione particolarmente mostruosa: «Ho fatto il Marocco, l’anno prossimo farò il Messico!» Fare un paese. Un modo scorretto e, soprattutto, volgare di sostituire la parola «scoprire» o semplice-mente «viaggiare». Non facciamo un paese, sono piuttosto i paesi a farci o disfarci, tutto dipende dal nostro grado di sensibilità e dal nostro coinvolgimento. Bisognerebbe quindi bandire per sempre questa espressione così irritante e decisamente infelice. 

*** Tahar Ben JELLOUN, 1944, scrittore, poeta, saggista marocchino, Marocco, romanzo, Einaudi, 2010


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