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martedì 20 ottobre 2015

#MOSQUITO / Rompiballe io?, provate col bandolo (Michele Serra)

(Sono un rompiballe stabile? Voglio dire, questa irritabilità incombente, questa scadente sintonia con le cose che mi circondano dipende solamente da me? Sparissi io, Giulio Maria con il suo corredo di malumori, malcontenti e malesseri assortiti, diventerebbe tutto, di colpo, bello, radioso, ordinato? I capannoni vuoti, le rotonde, i muri scoloriti, il reflusso metà ferroso metà plasticoso che rigurgita dalla mia terra stomacata, diventerebbero di colpo un magnifico e arioso posto? Gli egòfoni – il puntiforme, brulicante esercito che si è impadronito di noi penetrando, via occhi e orecchie, fino alle nostre anime, o se preferite alle nostre più recondite budella – si muterebbero in servi obbedienti e discreti, il cui primo dovere, come insegnano alla Scuola Superiore dei Collaboratori Elettronici, è non disturbare, non prevaricare, non dare scandalo in presenza del padrone e men che meno mettere il padrone nelle condizioni di dare scandalo? E soprattutto, se all’improvviso sparisse Ciccio il Rompiballe Stabile, potrebbe accadere questo vero e proprio miracolo, che la gente di qui decida un bel giorno di appurare una volta per tutte l’origine autentica della sordida trama ai propri danni; e rintracciato il bandolo di quel filo oscuro prenda a seguirlo passo passo, metro dopo metro, china sul filo, risalendo rotonda dopo rotonda, capannone dopo capannone, ipermercato dopo ipermercato fino a scoprire che l’altro capo del filo, quello di partenza, quello dal quale scaturiva ogni male, quello che orchestrava ogni disgrazia, parte dal proprio buco del culo?)

*** Michele SERRA, giornalista e scrittore, Ognuno potrebbe, Feltrinelli, 2015


In Mixtura altri 11 contributi di Michele Serra (compresa la mia recensione al suo ultimo libro, Ognuno potrebbe) qui

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