Pagine

lunedì 19 ottobre 2015

#FURTI_PREGIATI / Uno di noi (Luca Padovano)

A occhio e croce sono tra i dieci uomini più potenti del paese.

Voi che non contate un cazzo non potete capire il vero e proprio piacere fisico che dà il potere, essere circondato da persone che sbavano ai tuoi piedi per soddisfarti ogni capriccio.

Vuoi entrare allo stadio senza biglietto? Quell’imbecille di tuo figlio professore associato? Un appalto? Una variante? Un ospedale sotto casa? Una puttana nel letto? Una guerra? Nessun problema, ci mettiamo d’accordo. Detto, fatto.

La gente mi adora, gode a farsi umiliare da me, mangia le briciole cadute dal mio piatto, raccolte dal mio tappeto, vomitate dal mio cane, credono di far parte di qualcosa, meschini apostoli di un Gesù Cristo che non salirà mai sulla croce.

Sapete, non è vero che non si possa regnare senza conseguenze. Un cazzo, il potere assoluto è esattamente il contrario, è quello separato dalla responsabilità di esercitarlo, il potere assoluto è la certezza che qualsiasi nefandezza dovessi compiere, comunque resterei impunito, magari spostato, rimosso, promosso, ingiuriato, per poi essere comunque riabilitato, coperto, ripulito. Sistemato.

Cane non mangia cane, soprattutto se il cane ha un armadio pieno di dossier sull’altro cane. E viceversa. Si chiama sistema di potere, comitato d’affari, oligarchia inamovibile. Satrapia.

Si chiama Paradiso.

Certo, c’è un prezzo da pagare, guardarsi le spalle, non fidarsi di nessuno, darci dentro con alcool, droga, pilloline e tutta quella merda. E poi non credo di aver avuto un solo amore disinteressato, un amico vero dai tempi del liceo.

E comunque sono tutte cazzate.

Certo, ogni tanto capita la rottura di coglioni, ora c’è quello stronzo, ipocrita testa di cazzo. Non è stupido, anzi, è preparato, studia, ha anche il curriculum. Dice che vorrebbe fare qualcosa di buono per questo paese e che la Politica per lui ha la P maiuscola, dice, che non ne può più dei compromessi al ribasso, del finto cambiamento, delle mezze calzette che fan carriera.

Ma vaffanculo, chi ti credi di essere, De Gasperi? Ma si può essere più stronzo di così?

E non cede, la merda, niente dossier su di lui, abbiamo provato in tutti i modi, minacciato, ammansito, adulato. Abbiamo provato a mettergli nel letto donne, uomini, bambini, trans, ma lui niente, finge di essere pulito, di credere nella incorruttibilità, nell’in-te-gri-tà, lo dice gonfiando il petto, a testa alta, quel coglione.

Sono un po’ preoccupato, ammetto, chi cazzo l’ha mai sentito uno dire ho già tutto quello che mi serve, mi piacerebbe essere ricordato per aver migliorato, almeno un poco, il mondo, vorrei che i miei figli fossero orgogliosi di me. Ho delle idee, dei sogni, so come realizzarli. Vorrei mobilitare le coscienze.

E io, non dire minchiate, quanto vuoi? Stai alzando il prezzo, vero?

E lui no, il mio prezzo tu non lo puoi pagare, tu sei il fallimento di questo paese di poveri, disgraziati dannunziani, che si credono furbi, si credono svegli, ma sono solo patetiche vittime di un gioco più grande di loro e tu sei nulla, un triste cortigiano, piangeresti davanti alla ghigliottina, imploreresti pietà davanti al plotone di esecuzione.

Tu sei solo il marcio risultato del mio disinteresse, uno sgradevole errore di calcolo e valutazione, sei convinto di essere intelligente, astuto, di saper elaborare strategie, di muovere armate, di disegnare scenari. Ma sei solo uno sgangherato improvvisatore, una faina spelacchiata col culo scoperto.

Il tuo unico potere è la debolezza di chi tace. Io non ti odio, io odio me stesso per non averti ancora schiacciato.

Si alza, mi gira le spalle e se ne va, capito? Si alza e se ne va. Patetica vittima a chi? Ghigliottina? Plotone di esecuzione? Oh, che cazzo dici? Errore io? Schiacciare? Chi?

Ora che faccio? Non è possibile che ci creda veramente, no, no, quello è pericoloso, quello è pazzo, cazzo.

Non esiste un solo uomo onesto al mondo, non ce ne sarà mai nemmeno uno, uno solo che abbia le palle di buttare all’aria il tavolo, di sparigliare le carte, di ripartire veramente, il fegato, il coraggio. Di dire semplicemente no.

Perché uno solo, uno solo. E crollerebbe tutto.

*** Luca PADOVANO (@asinomorto), Uno di noi, blog 'lpado', 9 ottobre 2015, qui

In Mixtura altri 4 contributi di Luca Padovano qui

Nessun commento:

Posta un commento