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martedì 15 settembre 2015

#RITAGLI / Renzi, un aereo chiamato peculato (Bruno Tinti)

(...) ... le regole, da sole, non servono: occorre che i cittadini abbiano un “minimo etico” che li induca a rispettarle. Ma in Italia così non è. 
Renzi in visita a New York ne è l’esempio lampante. La regola da rispettare è l’art. 314 del codice penale: il pubblico ufficiale (Renzi) che, avendo per ragione del suo ufficio la disponibilità di cosa mobile altrui (l’aereo di Stato), se ne appropria e ne fa uso momentaneo, restituendola immediatamente, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Secondo la Cassazione (Sez. 6, 41587, 19/6/2013) il peculato si caratterizza principalmente per le finalità di tutela del patrimonio della Pubblica amministrazione e dell’interesse alla legalità, efficienza e imparzialità della sua attività.

Ritenere che la presenza di Renzi alla finale degli Us Open tra due italiane sia funzionale alla legalità e all’efficienza dell’attività della Pa è dissennato. I costi dell’operazione, come documentato da Il Fatto Quotidiano, sono pari a un ammontare tra i 150.000 e i 200.000 euro. La trasferta ha comportato la rinuncia del presidente del Consiglio a presenziare alla Fiera del Levante, evento strategico per l’economia del Sud. La sua presenza alla finale del torneo era irrilevante sotto il profilo istituzionale. Dunque Renzi ha commesso un reato, non ha rispettato le regole e, prova evidente di carenza del “minimo etico”, si è autoassolto con arroganza.

Su un altro piano, non è probabile che Renzi abbia avuto la faccia di bronzo di volare a New York perché tifoso di tennis: il gioco non valeva la candela. Ma lo spot pubblicitario sì che la valeva. Milioni di persone che lo vedono, ascoltano i suoi commenti scontati (gli Usa parlano italiano…), lo considerano uno sportivo (da poltrona) dinamico ed entusiasta, proprio come loro. Tutto questo conterà al momento delle elezioni.

Posto che il ragionamento sia esatto, questa strategia non ha nulla a che fare con “l’interesse della Pa alla legalità, efficienza e imparzialità della sua attività”; molto invece con un suo interesse privato. Altra circostanza che qualifica l’illegalità delle sue azioni. (...)

... non riesco a non pensare alla stima e alla commozione che ha suscitato nel mondo intero Pepe Mujica, presidente dell’Uruguay, che ha rinunciato al 90% del suo stipendio, ha continuato a vivere nella sua casetta di campagna, ha utilizzato nei suoi spostamenti istituzionali la sua vecchia Volkswagen e, quando è venuto in visita ad alcune città Italiane, è arrivato con un treno delle Ffss. Il suo popolo lo ha amato e non è stato il peggiore dei presidenti. Anche per questo, prima di pensare alle regole e alle sanzioni, bisognerebbe valutare la nostra classe dirigente con il criterio del “minimo etico”.

*** Bruno TINTI, già magistrato, saggista, Voli di Stato, quell'aereo si chiama peculato, 'Il Fatto Quotidiano', 15 settembre 2015.

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