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martedì 29 settembre 2015

#LINK / La grande razza, dei razzisti (Martín Caparrós)

Il guaio è se lo scopre Donald Trump. L’anno prossimo, mentre le elezioni degli Stati Uniti diffonderanno la loro luce sull’occidente, compirà cent’anni un libro che ha influito come pochi altri sulla vita di quel paese, e che in molti poi hanno voluto dimenticare.

Il suo autore, Madison Grant, era nato nel 1865 a New York, in una di quelle famiglie che si ritenevano patrizie perché erano sbarcate qui nel seicento, quando bisognava essere molto poveri per voler emigrare su quest’isolotto selvaggio.

Grant studiò giurisprudenza a Yale e alla Columbia, non esercitò la professione di avvocato perché non ne aveva bisogno e si dedicò soprattutto alla caccia grossa. Nel 1916, ormai cinquantenne, pubblicò la sua opera magna: si chiamava The passing of the great race, la caduta della grande razza, e fu un successo.

La grande razza era ovviamente quella bianca e il libro lamentava la sua presunta decadenza. Per spiegarla cominciava classificando i “caucasoidi”, di gran lunga superiori ai “negroidi” e ai “mongoloidi”, in tre tipologie. I “nordici” erano i migliori, poi venivano gli “alpini” e infine, come una piaga viziosa, pigra e stupida, i “mediterranei”: greci, italiani e spagnoli. (...)

*** Martín CAPARRÓS, giornalista e scrittore argentino, La teoria del razzismo compie cent’anni e rispunta ogni giorno, 'internazionale.it', 25 settembre 2015

LINK, articolo integrale qui

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