(da linkedin)
La citazione gira in rete da anni.
Per chi non la conoscesse, preciso che l'autore è sconosciuto.
E quindi la firma che qui compare è (diciamo così) 'inappropriata'.
Anche se, ad essere (forse anche troppo) onesti, va rilevato che la collocazione è (volutamente?) ambigua: e uno può sempre dire che la firma non è una firma, ma solo il riferimento al sito di chi sta pubblicizzando la frase (ma allora perché non specificare l'anonimato della citazione?).
E quindi la firma che qui compare è (diciamo così) 'inappropriata'.
Anche se, ad essere (forse anche troppo) onesti, va rilevato che la collocazione è (volutamente?) ambigua: e uno può sempre dire che la firma non è una firma, ma solo il riferimento al sito di chi sta pubblicizzando la frase (ma allora perché non specificare l'anonimato della citazione?).
Comunque non è una novità: il tema della firma, intendo.
Posso dire, per esperienza diretta, che nell'ambiente consulenziale girano da sempre pezzi di carta con gli autori 'veri' sbianchettati e, al loro posto, il nome di chi si è impadronito del documento e vuol figurare come autore.
Intendiamoci: a differenza di quanto accade oltreoceano, dove sul copyright sono rigorosissimi, io sono un fan del copyleft: nel senso che mi attribuisco il diritto di diffondere qualunque materiale (pubblico) di altri.
Però ancor oggi, qui sul blog, mi capita di 'impazzire', facendo le ricerche più arzigogolate, per tentare di rintracciare, quando manca, la fonte e l'autore, in modo da poter riconoscere all'autore legittimo ciò che a lui va riconosciuto.
Lo ritengo eticamente doveroso.
Ma so che è sempre più un'opinione.
L'etica.
L'etica.
Quanto al contenuto della citazione, siamo alle solite: c'è poco da commentare.
Un po' di autostima fa bene. E quindi anche l'autopompaggio motivazionale, per chi è costantemente depresso e crede di non valere niente, può funzionare.
Basta però sapere che ci stiamo, appunto, autopompando.
Basta però sapere che ci stiamo, appunto, autopompando.
Altrimenti potremmo arrivare a credere che ci sono spuntate le ali, come il passero sul rametto.
E anche senza assumere l'Lsd (l'acido lisergico famoso negli anni 70), potremmo provare a spiccare il volo.
Spiaccicandoci sul marciapiede, avremmo risolto definitivamente il problema dell'autostima.
E non avremmo neppure più bisogno di andare da un coach che ci insegni a 'vedere positivo'.
Ce l'aveva già insegnato.
E non avremmo neppure più bisogno di andare da un coach che ci insegni a 'vedere positivo'.
Ce l'aveva già insegnato.
*** Massimo Ferrario, Fidarsi, l'autostima, le ali e le citazioni non nostre, per Mixtura
In Mixtura ark #Spilli di Massimo Ferrario qui
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