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mercoledì 5 agosto 2015

#SPILLI / Far accadere le cose, ma anche no (M. Ferrario)

(dal web, via linkedin)

Concordo.
Del resto anche da piccoli, se si volevano avere i regali di Babbo Natale, si imparava a scrivergli la letterina. Una piccola fatica: ma necessaria. Perché di gratis, attorno a noi, c'è ben poco. E spesso anche ciò che è gratis, a ben vedere, non lo è per nulla: essendo fatto per ottenere qualcosa.

La citazione sa molto di valori efficientisti all'americana, ma aiuta a ricordare che in genere, se si vuole qualcosa, è utile darsi una mossa per ottenerla, anziché stare seduti ad aspettare: perché, limitandosi ad aspettare, non è detto che ciò che aspettiamo arrivi e se arriva non è detto che sia la cosa che aspettiamo.

Gira anche un'altra frase, anonima, che permette di integrare altre riflessioni. Dice:
«Ci sono tre tipi di persone: (a) quelli che fanno accadere le cose, (b) quelli che guardano accadere le cose, e (c) quelli che si stupiscono di ciò che accade.»

E' una frase che consente a chi si occupa di formazione manageriale di aggiungere, con enfasi positiva e orgogliosa, che i tipi (a) sono i manager. E questo stimola sempre il provocatore che è in me a commentare che spesso, vedendo ciò che i suddetti manager fanno accadere, sarebbe meglio non facessero accadere nulla.

Ma al di là di questo, vorrei sottolineare, andando sicuramente controcorrente, il valore dei tipi (c): quelli che si stupiscono di ciò che accade.
Avremmo bisogno, ogni tanto, di far parte di questa categoria.
Se è vero (ed è vero) ciò che dice (magnificamente), a proposito del talento, Julien Green, un grande scrittore e drammaturgo statunitense.
Sono poche righe: le potete leggere, sempre in Mixtura, qui.

*** Massimo Ferrario, per Mixtura

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